Fra uno scoppiettio di avventure e personaggi fantastici che divertono il lettore e ne monopolizzano l’attenzione, la “fiaba” The Lord of the Rings riesce a svolgere temi profondi e universali che fanno del libro un’opera ricca di significato. In questo modo essa si trasforma, attraverso un’evoluzione interna, in un genere che risulta una sintesi di fiaba e romanzo moderno.
Tolkien ha parlato per la fiaba di “tre specchi”.
La fiaba ha uno specchio mistico volto al soprannaturale, uno specchio magico rivolto alla natura e uno specchio di “scorno e di pietà” rivolto verso l’uomo. Questo terzo specchio è la lente che ci permette di scoprire di che pasta siamo veramente fatti.Nella “fiaba” The Lord of the Rings questa componente psicologica è notevolmente sviluppata.
Sembra essere una caratteristica della letteratura “fantasy” quella di fondere il materiale di natura avventurosa e fantastica con elementi psicologici. La fantasy - pur muovendosi in un mondo di stampo medievaleggiante - è un genere moderno che affonda le sue radici nella cultura novecentesca. Non siamo d’accordo con chi fa risalire la fantasy ad una tradizione di letteratura fantastica comprendente Carrol o Kipling. La fantasy costituisce un filone a parte della letteratura fantastica.
La fantasy è nata nel mondo anglosassone, soprattutto grazie a Tolkien e agli Inklings, un gruppo di filologi e studiosi di letteratura medievale. Essi hanno cercato di riprodurre quel mondo medievale di natura mitica e fiabesca in cui trovavano diletto. La loro narrativa è ambientata in eterocosmi soprannaturali, di stampo medievaleggiante. Essa ha come argomento quests perigliose, intraprese da eroi quotidiani, dal cui successo dipende la salvezza del mondo intero (vedi Le Cronache di Narnia di C.S. Lewis) e il cui fallimento equivarrebbe alla vittoria definitiva del mondo demoniaco.
Grazie al successo di Tolkien, in Inghilterra e negli Stati Uniti la sua opera è stata imitata da numerosi epigoni che hanno dato inizio a una tradizione fantasy.
La fantasy non può che tener conto dell’influenza esercitata in tutti i campi da Jung e da Freud, e degli ultimi sviluppi della narrativa, con l’enorme impulso dato al romanzo psicologico.
In The Sword of Shannara, del popolare scrittore americano di fantasy Terry Brooks, l’unico talismano in grado di sconfiggere il terribile Signore degli Inganni, chiaramente un calco del Signore degli Anelli di Tolkien, è una spada, la cui proprietà è di far conoscere a chi la tocchi la verità su se stesso. Venire in contatto con la spada di Shannara significa iniziare un processo d’introspezione che per alcuni risulta fatale. Non sempre, infatti, siamo in grado di accettare la verità su noi stessi, cioè la piena coscienza della nostra fragilità, del nostro egoismo, della nostra viltà. Per mezzo della spada di Shannara, vengono a cadere tutte le maschere pirandelliane che ci siamo costruiti e che ci permettevano di crederci degni di rispetto e fiducia.
L’Unico Anello di The Lord of the Rings, come la spada di Shannara, è un oggetto magico di natura psicologica che ci dimostra come Tolkien si sia servito degli elementi fiabeschi per introdurre una problematica che tiene conto delle inquietudini dell’uomo moderno.
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