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Gli innamoramenti

Creato il 11 febbraio 2014 da Vocedelsilenzio
L'innamoramento è difficile. Complicato. Doloroso.Perché l'innamoramento non prevede che il sentimento sia ricambiato. Prevede esclusivamente un uso spropositato di speranza. Speranza che l'altro, o l'altra, si accorga di me. Che di me si innamori. Che mi guardi, mi baci, mi accolga. Che mi ricambi. O forse, molto semplicemente, che mi faccia capire se questa speranza può essere alimentata.
L'innamoramento sconvolge parecchio la vita, perché è fuori dal nostro controllo e può non avere un buon fine.
Gli innamoramenti parla di questo. Ma anche di altro.
Che poi... uno dice... serviva davvero un libro per capire 'sta cosa? Beh, sì. Io credo che lo scopo principale dei libri sia proprio quello di farci intuire cose che sospettavamo, che intuivamo già, ma che non avevamo il coraggio di concretizzare in parole. Perché la parole fissano le cose. Anche quando sono solo suoni emessi da una bocca. Le parole rimangono. Sempre. Da qualche parte.E tutti siamo stati innamorati. E tutti abbiamo avuto delusioni. Ma tutti preferiamo far finta di essere stati feriti appena, giusto un poco. Quasi niente. Ma non è così. Mai.
Gli innamoramenti
Inoltre niente passa del tutto, pensiamo ai sogni, i morti vi compaiono vivi  e i vivi ci muoiono a volte.

Ovviamente, nel romanzo ci sono parecchi innamoramenti.Spesso però sono intuìti, come l'innamoramento che di sicuro aveva colto la felice coppia che Marìa vede ogni giorno al bar. E' una coppia consolidata, che ha superato la fase che da il titolo al romanzo, una fase che però c'è sicuramente stata, in qualche parte della loro vita.C'è pure l'innamoramento di Marìa stessa, che sembra più carnale che emotivo, ma che è indubbiamente presente.E c'è l'Innamoramento. Con la I maiuscola. Quello di Javier per la vedova Desvern, che dura da tempo e non si riesce a capire quanto sia oscuro e quanto no. Che non riesce a evolvere, per il momento.Solo che questi innamoramenti sono solo punti di partenza, o di arrivo. Perché, com'è giusto che sia, pure l'amore è solo una parte della vita. Di mezzo ci stanno pure tante delusioni, incazzature, lavori soddisfacenti ma anche irritanti. Ci sono intrattenimenti e personaggi stravaganti, bocche affascinanti e persone che ti catturano senza nemmeno averci mai parlato insieme.Quindi, Gli innamoramenti è un po' tutto questo. Racchiuso in un flusso di coscienza che Marìa lascia correre e dal quale si rimane travolti.
La cosa brutta delle disgrazie molto grosse, di quelle che ci spezzano in due e sembrano impossibili da sopportare, è che chi le patisce crede, o quasi esige, che con quelle finisca il mondo, e tuttavia il mondo non ci bada e va avanti, e per di più trascina chi ha subito la disgrazia, voglio dire che non gli permette di uscirne come chi viene fuori da un teatro, a meno che il disgraziato non si uccida.

Non è un libro facile. Per niente.Nel senso che proprio per via del fiume in piena che sono i pensieri della protagonista, se non si è nel mood giusto si rischia di trovarlo pesante.Bisogna trovarsi in un periodo di riflessioni, per poterci pensare bene sù.
E' anche un libro che pone molti quesiti. Anzi, l'autore stesso sembra quasi voler utilizzare i differenti punti di vista dei personaggi per porsi lui stesso delle domande. Avrà ragione Javier? Oppure è Marìa ad avere il pensiero più corretto? Più reale?
Gli innamoramenti è un libro che avanza per punti interrogativi, anche se nella narrazione sembra ci siano solo affermazioni. Ma differenti affermazioni scatenano domande.
Poi c'è la morte, ovviamente. La morte è molto presente nel romanzo, ma è strettamente legata con chi rimane vivo. Quando dobbiamo soffrire? Quanto possiamo soffrire? Perché vogliamo soffrire?
Non so. Ho letto in giro svariati commenti che liquidavano il libro come prolisso. In parte è vero. Ma in parte è giusto così. Gli innamoramenti racchiude un flusso di pensieri travolgente, com'è giusto che sia un flusso di pensieri. Non è forse prolisso anche il nostro, di cervello, quando riflette su alcuni avvenimenti?Quindi io credo che Mariàs abbia centrato i suoi obiettivi, e che abbia acceso i miei ragionamenti. Incendiandoli.
L'errore di credere che il presente sia per sempre, che quel che c'è un istante sia definitivo, quando tutti dovremmo sapere che niente lo è, fino a che ci resta un po' di tempo.

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