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Gli intellettuali egiziani si mobilitano contro la repressione culturale

Creato il 26 febbraio 2016 da Chiarac @claire_com_

La comunità intellettuale egiziana e araba è tutta mobilitata per chiedere il rilascio dello scrittore egiziano Ahmed Naji, ultimo finito in carcere di una serie lugubremente lunga di attivisti e intellettuali egiziani finiti dietro le sbarre o colpiti dalla scure della censura del regime di Al-Sisi. 

Tra i tanti che sono in prima linea per protestare a gran voce contro quello che è stato definito un “processo alla creatività”, ci sono anche lo scrittore libanese Elias Khoury, il regista egiziano Yousry Nasrallah, gli scrittori egiziani Alaa al-Aswany e Sonallah Ibrahim e la scrittrice e attivista egiziana Ahdah Soueif.

Ieri Ibrahim ha affermato che siamo di fronte ad una “contro-rivoluzione”, che l’oscurantismo che si è abbattuto contro attivisti e intellettuali egiziani e contro le case editrici e tutti i centri culturali del Paese “va fermato altrimenti ci sarà una nuova rivoluzione”.

Circa 700 tra intellettuali e scrittori egiziani hanno sottoscritto una dichiarazione in solidarietà con Ahmed Naji in cui esprimono tutta la preoccupazione di vivere in un Paese in cui l’arte, la cultura, la critica e il libero pensiero sono ormai chiaramente sotto attacco da parte dello Stato.

Our message is clear: blocking, prohibiting, killing politics, giving a free hand to extremist forces and turning a blind eye to the many violations committed by the organs of the state – will all lead to catastrophic conflicts our country cannot sustain.

Qui trovate un altro comunicato congiunto di alcuni media indipendenti egiziani che esprimono grave preoccupazione per tutti gli egiziani, artisti o meno, che pensano in modo diverso. Tutti – per questo motivo – passibili di subire lo stesso trattamento riservato a Naji e agli altri.

doaVignetta della disegnatrice egiziana Doaa el-Adl (Fonte: pagina Facebook dell’artista)

Il caso di Ahmed Naji ha suscitato un certo interesse anche in Italia: nei giorni scorsi ne hanno parlato Internazionale, Radio Tre e Riccardo Noury di Amnesty International su Il Fatto Quotidiano.

najiAhmed Naji

Naji, ricordo, è finito in carcere con una condanna a due anni con l’accusa ridicola di aver offeso la morale pubblica con la pubblicazione, sulla rivista letteraria Akhbar al-Adab, di un capitolo tratto dal suo ultimo libro Istikhdam al-Hayat. L’estratto era stato pubblicato lo scorso anno, ma il romanzo in realtà era stato pubblicato ancora prima, e senza aver suscitato questo clamore.

Naji e l’editore di Akhbar al-Adab da mesi ormai erano sotto processo, ma solo pochi giorni fa il Tribunale penale di Boulaq li ha trovati colpevoli e condannati. Al giovane Naji è stata inflitta la pena più gravosa, indecente e assurda: due anni di carcere.

Moltissime le altre iniziative a supporto di Naji che potete seguire e monitorare: Akhbar al-Adab questa settimana uscirà con un numero speciale dedicato tutto al giovane autore; ci sono inoltre una pagina Facebook e un account Twitter della mobilitazione “Didd al-muhakama al-khayal/Contro il processo all’immaginazione” tramite cui seguire (in arabo e inglese) tutti gli aggiornamenti.

akhbarCopertina di Akhbar al-Adab con il ritratto di Ahmed Naji

Ahmed Naji era stato in Italia nel 2011 al Festival di Internazionale a Ferrara, dove era stato invitato non solo in quanto rappresentante dei giovani rivoluzionari di piazza Tahrir, ma anche per presentare il suo libro Rogers e la via del Drago divorato dal Sole, tradotto dall’arabo da Barbara Benini e pubblicato dalla casa editrice Il Sirente.

rogers


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