Magazine Cultura
Museo Fondazione Roma, Palazzo Cipolla, Roma
Dopo lo straordinario successo della mostra Edward Hopper, prosegue la fortunata partnership culturale tra la Fondazione Roma e il Comune di Milano – Cultura e Palazzo Reale con una grande esposizione che rende omaggio a una stagione artistica irripetibile, quella sviluppatasi tra la fine degli anni Cinquanta e la metà degli anni Settanta, tra Roma e Milano.
Emilio Tadini La camera afona, 1969 acrilici su tela cm 200 x 240 Giorgio Marconi, Milano
La mostra “Gli irripetibili Anni ’60. Un dialogo tra Roma e Milano” intende raccontare il ruolo fondamentale delle interazioni culturali tra Roma e il capoluogo lombardo in questo periodo, individuando in esse l’epicentro creativo delle nuove sperimentazioni e ricerche al di là dell’arte codificata.
L’esposizione, a cura di Luca Massimo Barbero, sarà ospitata nelle prestigiose sale del Museo Fondazione Roma, Palazzo Cipolla, dal 10 maggio al 31 luglio 2011 e successivamente si trasferirà a Milano dal 7 settembre al 20 novembre 2011 negli spazi espositivi di Palazzo Reale.
La mostra, promossa dalla Fondazione Roma e realizzata in collaborazione con il Comune di Milano – Settore Cultura, Palazzo Reale e con la Fondazione Marconi, è organizzata dalla Fondazione Roma - Arte - Musei con Arthemisia Group.
Mimmo Rotella Aranciata con gli occhiali, 1966 Artypo cm 100 x 140 Collezione privata, Milano Foto Galleria Spirale, Milano © Mimmo Rotella, by SIAE 2011
“Con questa mostra - afferma il Prof. Avv. Emmanuele F.M. Emanuele, Presidente della Fondazione Roma - vogliamo rappresentare al grande pubblico quello che fu un momento di svolta nella cultura artistica del nostro Paese, un decennio di ricerche d’avanguardia che ha avuto nella scena creativa romana e milanese degli Anni Sessanta il proprio epicentro. In quegli anni, infatti, Roma e Milano erano grandi città-laboratorio, dove la vitalità di una società in rapida evoluzione economica e culturale trovava la sua espressione visiva in una scena artistica creativa, dinamica e in grado di recepire e offrire progetti di valenza internazionale. Abbiamo voluto raccontare questo periodo attraverso una mappatura delle energie creative, dell’attività delle gallerie, delle occasioni promosse dalle istituzioni pubbliche, delle proposte dei nuovi gruppi sperimentali attivi in quegli anni, tra quadri e sculture, passando dalla tabula rasa del monocromo alla sperimentazione optical e cinetica, dal Nouveau Réalisme alla Pop Art. Questa mostra, dunque, restituirà l’immagine vitale e propositiva di un periodo recente della nostra storia culturale e consentirà di conoscere l’attività dei grandi artisti di quell’indimenticabile periodo”.
In mostra sono presenti oltre 170 opere di artisti quali Lucio Fontana, Alexander Calder, Gianni Colombo, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Alighiero Boetti, Luciano Fabro, David Hockney, Yves Klein, Franz Kline, Piero Manzoni, Fausto Melotti, Man Ray, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Günther Uecker, Roberto Crippa, Gianni Dova, Arman, Enrico Baj, Lucio del Pezzo, Giulio Paolini, Osvaldo Licini, Giò Pomodoro, Giuseppe Uncini, Franco Angeli, Tano Festa, Valerio Adami, Emilio Tadini, Giuseppe Bertini.
Le opere provengono dalla prestigiosa Fondazione Marconi di Milano e da importanti istituzioni tra le quali la Fondazione Lucio Fontana di Milano, il MART di Trento e Rovereto, la Fondazione Piero Manzoni di Milano, la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello, The Berardo Collection di Lisbona, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, la Galleria Civica d’Arte Moderna di Spoleto e il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.
Lucio Fontana in collaborazione con Hisachika Takahashi Concetto spaziale, Attese, 1966 Idropittura su tela cm 61,5 x 50,5 Collezione Consolandi Roberto Marossi, Milano © Fondazione Lucio Fontana, Milano, by SIAE 2011
Dopo il 1945, con la fine della Seconda Guerra Mondiale, l’Italia comincia a risvegliarsi dal ventennio fascista. L’intero Paese da una parte continua a patire le conseguenze delle distruzioni causate dalla guerra e dall’altra comincia ad assaporare gli agi del benessere che avrebbero da lì a poco portato al boom economico. Il “miracolo economico” dovuto ai profondi rivolgimenti vedrà il suo apice proprio tra il 1958 e il 1963. In questi anni Roma vive una esaltante stagione in cui la cultura di massa incide non solo nel contesto socio-culturale, ma anche in quello urbanistico e relativo ai codici della creatività e della comunicazione contemporanea. Milano invece - dove tutto era più estremo ed evidente - diventa la città che incarna dai tempi del Futurismo di inizio secolo i valori della modernità.
Enrico Castellani Superficie Bianca n 3, 1966 Acrilico su tela cm 140 x 100 x 5 Lorenzelli Arte, Milano © Enrico Castellani, by SIAE 2011
Mentre Roma implode artisticamente diventando centro propulsivo della scena artistica nazionale, Milano è vista come il centro dell’Avanguardia Internazionale in cui prendono forma movimenti e tendenze.
Poli di una creatività antagonista e complementare, le due città si ritrovano negli anni sessanta protagoniste di quella civiltà dell’immagine destinata a determinare il futuro.
È proprio in questi anni che operano e si sviluppano alcune importanti gallerie d’arte: a Milano la Galleria Apollinaire di Guido Le Noci, il Salone Annunciata di Carlo Grossetti, la Galleria dell’Ariete di Beatrice Monti, la Galleria Blu di Peppino Palazzoli, la Galleria Milano di Carla Pellegrini, la Galleria Lorenzelli, lo Studio Marconi e la Galleria del Naviglio di Carlo e Renato Cardazzo (che tra 1955 e 1960 hanno avuto come loro sede romana la Galleria Selecta). Nella capitale operano già altre note gallerie come L’Obelisco di Irene Brin e Gaspero del Corso, La Tartaruga di Plinio De Martiis, La Salita di Gian Tommaso Liverani, L’Attico di Bruno e poi Fabio Sargentini.
Piero Manzoni Merda d'Artista 26, 1961 Scatoletta di latta, carta stampata cm 4,8 x 6 x 6 Collezione privata, Fondazione Opera Piero Manzoni, Milano © Piero Manzoni, by SIAE 2011
Una particolare attenzione sarà dedicata in mostra all’attività dello Studio Marconi come uno dei principali centri di innovazione dell’epoca: inaugurato nel 1965 a Milano da Giorgio Marconi, lo Studio infatti era uno dei luoghi d’incontro prediletti dalle personalità artistiche e culturali di spicco di quegli anni.
Alla fine del percorso espositivo una speciale sezione audiovisiva multimediale a tre canali su grandi schermi aiuterà il visitatore attraverso la proiezione di immagini, video, filmati ed interviste inediti, a rivivere il clima effervescente di quel periodo mettendo in relazione le arti visive con altri settori della cultura strettamente correlati ad esse, come la letteratura, il teatro, il giornalismo, la fotografia, la cronaca, il design e la moda
Arthemisia Group
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