E nel frattempo il sobrio professore è entrato anche lui nel delirio delle elezioni? “ Giuliano Gasperotti della lista civica di Monti : ” Ha gestito una situazione diffcilissima, tante delle cose da fare dovranno passare dalla volontà dei cittadini adesso c’è un’agenda e si andrà alle elezioni”.
E nel paese reale? “abbiamo una produzione industriale in caduta libera e la disoccupazione in ascesa – afferma Loretta Napoleoni, econimista e saggista – le condizioni oggettive dell’economia italiana, secondo gli esperti sono peggiori di un anno fa. Si è fatta una politica da parte della BCE di sostentamento con operazioni speciali che hanno prodotto massa monetaria che è andata a sostegno delle banche e dalle banche non è uscita verso l’economia reale, quindi l’imprenditoria è costretta a chiudere perché non ha credito e i tassi sono da usura. Questa è la fotografia, secondo me, dell’Italia”.
Dunque eccoci nuovamente ad affrontare il problema di come uscire dalla crisi. I punti fermi di ingovernabilità restano: la casta dirigenziale ha costi elevatissimi. I soldi pubblici mal gestiti, se non incamerati in ville, auto e vacanze personali. Ma i Re Mida continuano ad avere ampi poteri. Tutti sappiamo cosa si dovrebbe fare. Non ci sono ricette di destra o di sinistra. La crescita non è di destra o sinistra. La battaglia al malaffare non è di destra o sinistra. La lotta alla corruzione non è di destra o sinistra. È evidente che in questa grandissima fase confusionale ci vorrebbe un po’ di buon senso da parte di tutte le forze politiche per dire agli italiani che lo Stato costa la metà del Pil, che è troppo indebitato e che è necessario riequilibrare in modo radicale il rapporto tra Stato e cittadini. In realtà, la lotta al voto, di destra o di sinistra, non ci dice quale programma politico reale essi propongano. Il potenziale astenzionismo è dettato dalla confusione che il cittadino prova nei confronti della massa politica che, prima impone imposte e balzelli (Imu, tasse e redditometro per uscire dalla crisi) e ora, alle soglie del voto, le rinnega. Forse un po’ di chiarezza e di lealtà è quello che il cittadino chiede prima di mettere una croce su un simbolo di destra o di sinistra. Il segnale di un corto circuito tra Stato e cittadini è evidente. Lo Stato riesce sempre ad aver ragione imponendo drastiche decisioni che colpiscono sempre i soliti, mentre nulla si è fatto
Qual’è la speranza e che colore avrà la politica che riporterà giustizia? I cittadini italiani chiedono semplicemente un governo credibile e capace di imporre a tutti, in modo equo, i sacrifici necessari per ridurre il debito e riavviare l’economia. Questo chiedono gli italiani prima di votare a destra o a sinistra.