Magazine Italiani nel Mondo
Uno degli argomenti su cui in giro per il web si leggono maree di cazzate riguarda il corretto modo di approcciarsi con Cuba e i cubani.
Le sciocchezze che si leggono sono figlie della totale desuetudine da parte della maggior parte dei frequentatori della isla al viaggiare,conoscere posti e entrare in contatto con culture diverse dalla nostra.
La maggior parte dei frequentatori della Perla del Caribe arriva da piccoli centri del bel paese,ne ho conosciuti tanti,arrivano da paesini con poche centinaia di abitanti,qualche negozio,una chiesa se va bene un cinema.
Vacanze,quando va bene,sulla costa ligure o in alto adriatico,mai preso un aereo prima di Cuba,mai visto un minimo di mondo.
Si sono avvicinati a Cuba ammaliati dai racconti di qualche compaesano che una volta rientrato ha tenuto,nel bar del paese,una "quasi conferenza colta (di gucciniana memoria) sulle eroiche imprese compiute in terra cubana.
Cosi' si recano in una agenzia di viaggio,mai nel loro paese,e prenotano il loro primo viaggio a Cuba pagandolo carissimo,di solito si aggregano in 2/3 con le gote rosse e il passo pesante.
Arrivano a Cuba e la prima cosa che fanno e' quella di affidarsi a qualche chulo o bandolero della prima calle che incontrano,non hanno esperienze di donne,non sanno come arpionarle,e a Cuba non e' esattamente difficilissimo,e finiscono per farsi accalappiare dal primo troione sbrindellato che incontrano.....o che viene fatto loro incontrare.
Questi personaggi tornano a Cuba pochi mesi dopo il loro primo viaggio e iniziano a "entrare nel tessuto cubano" si muovono rigorosamente col codazzo di straccioni appresso a cui risolvono tutta una serie di bisogni e poi si vantano di "essere di casa a Cuba,praticamente dei cubani".
Ora,sul perche' un italiano con alcuni millenni di storia alle spalle debba abdicare dal privilegiato ruolo di yuma per assurgere a quello di italo-cubano resta un mistero senza soluzione.
E' tipico di chi non ha un vissuto l'appoggiarsi alla prima spalla disponibile per poter vivere una vacanza decente,questo e' sintomo di un carattere debole,di poca capacita' di adattamento,di nessuna capacita' di approcciarsi col prossimo in modo aperto ma deciso e determinato.
Cosi' invece di "usare" i cubani in funzione dei nostri bisogni e desideri (essendo a nostra volta usati ma questo e' il giusto gioco delle parti) questi fenomeni, a cui il passaporto andrebbe ritirato, si consegnano mani e piedi a personaggi squallidi che non aspettano altro per aggiungere un dente d'oro alla propria mandibola.