Gli obbiettivi del sovrintendente Claudio Orazi – Diminusicono i finanziamenti, aumentano gli incassi
Martedì scorso il consiglio di indirizzo, oggi i sindacati, poi il presidente della Regione: Claudio Orazi lavora a pieno ritmo per restituire splendore al Teatro lirico. Non sarà facile anche perché Comune, Regione e Ministero hanno diminuito i contributi. Eppure, le tabelle sottoposte all’attenzione del cdi nella riunione convocata per approvare il bilancio di previsione fanno ben sperare: se i finanziamenti e il numero dei dipendenti diminuiscono, abbonamenti, incassi e punteggio complessivo crescono. E così, dopo un periodo incerto e, soprattutto, gli strascichi giudiziari legati alle precedenti gestioni, il nuovo sovrintendente riporta l’attenzione sulla programmazione, a partire da una prestigiosa collaborazione con la New York City Opera.
«Il Teatro lirico si accinge a un risanamento complesso attraverso una migliore organizzazione del lavoro finalizzata alla crescita della produzione artistica e della qualità dello spettacolo per servire un pubblico sempre più esteso, a Cagliari e nella Sardegna intera».
C’è da approvare il bilancio di previsione 2016.
«È stato esaminato in tre riunioni del cdi: ho desiderato che i consiglieri avessero contezza precisa di tutte le voci in entrata e uscita. Mi è stato chiesto di valutare i conti e le spese, sul versante delle entrate l’obbiettivo è di avere un milione di euro in più rispetto alle previsioni triennali di Comune, Regione e ministero. Spero ci venga concesso un contribuito pari a quello dell’ultimo anno».
La legge dice che il bilancio di previsione deve essere in pareggio: tot entrate, tot uscite.
«Sì, la legge è chiara e impone responsabilità enormi in capo al gestore, che sarei io, e il cdi: responsabilità dirette patrimoniali».
A proposito, l’anno scorso un componente del cdi nel dimettersi disse che in base alle nuove norme le scelte spettano al sovrintendente, la responsabilità al cdi.
«Il sovrintendente ha la responsabilità della gestione, il cdi indica le linee economiche e di progetto che il sovrintendente attua come gestore».
Non è vero che il sovrintendente sceglie e il cdi ne risponde?
«No, è il contrario. Ho fatto l’opposto ed è stato apprezzato. Dopo ho mandato il materiale ai revisori dei conti che lo restituiranno in otto giorni: formalmente approveremo il bilancio il 10 febbraio».
Lei è un manager, per questo la scelta è caduta su di lei?
«Il sovrintendente è amministratore unico. A Verona e Trieste ho fatto anche il direttore artistico ma ora la legge impone molti compiti. Sono arrivato il 3 dicembre scorso e subito abbiamo fatto riaprire il teatro che non aveva una programmazione, abbiamo lavorato con un metodo trasparente, democratico e lineare che trasferirò ai sindacati di base».
Ha scelto il direttore artistico: è stato il Cavallo di Troia di Mauro Meli?
«Non sono il Cavallo di Troia di nessuno».
Quando è stato nominato a Cagliari sapeva delle vicende che hanno scosso il Teatro lirico?
«Io so quello che è successo negli ultimi 20 anni, nel senso che conosco Meli e lo stimo. Io sono stato il più giovane sovrintendente d’Italia, nel 1999, a Macerata; ho lavorato per il ministero degli Esteri, all’Arena di Verona. Io le faccio fare le carriere».
Qui c’è stata una battaglia tra il sindaco, in veste di presidente della fondazione Teatro lirico, e l’ex sovrintendente Meli.
«Sul versante artistico stimo Meli. Il mio percorso è trasparente: ho fatto domanda a Napoli e Cagliari ma in Campania hanno ritenuto di non dover dare corso alle audizioni. Qui, invece, il cdi ha fatto una cernita delle domande, ha invitato i candidati e, il 19 novembre scorso, ha fatto un’audizione approfondita. Il lunedì successivo mi hanno detto che era stato indicato il mio nome e poi è arrivata la firma del ministro. Sono qui dal 3 dicembre 2015».
Durante l’audizione ha parlato del direttore artistico?
«Ho detto espressamente che mi sarei dotato di un direttore artistico».
Ha fatto il nome?
«No, ho tracciato il profilo».
Chi controllerà la spesa?
«Io. Sono un mastino. La firma è la mia. Il direttore artistico, sentito il sovrintendente – che è quello che decide – deve fare un piano di produzione e poi controllare. Il direttore artistico risponde dell’efficienza. L’altro mio collaboratore diretto è il direttore amministrativo».
La politica non c’entra con la scelta?
«No. Dico di più: appena è stata ufficializzata la mia nomina ho chiamato Meli. Confermo la legittimità dell’iter, è stata adottata una procedura indiscutibile, ho visto come hanno condotto l’audizione, è stata una scelta tecnica».
Lei sapeva che cosa era successo attorno al Teatro lirico di Cagliari?
«Nello specifico, assolutamente no».
E poi ha saputo?
«Sulla stampa nazionale leggevo delle proteste dei lavoratori, quello che accadeva a Cagliari è da moltiplicare per 14».
Vuol dire che succede in tutti i teatri lirici?
«È così a Firenze o Genova, ovunque lavoratori in guerra».
Ma qui c’è il sindaco sotto processo.
«C’è un processo, lo so, ma quello che è successo no».
La battaglia sfociata in un’inchiesta giudiziaria influisce sul suo lavoro?
«Per niente. Io sono uomo delle Istituzioni, rigorosissimo. Ho conosciuto Zedda nel luglio 2013 quando il ministro Bray aveva convocato i rappresentanti dei teatri lirici, all’epoca ero sovrintendente a Trieste».
Meli ha querelato Zedda per diffamazione in relazione ad alcune affermazioni sui conti del Teatro lirico.
«Quando ho chiesto a Meli di venire a Cagliari per prima cosa mi ha parlato proprio di quello e, con una lettera, si è pure detto disponibile a risolvere le criticità pregresse».
Come mai il Teatro lirico che, tutto sommato, gestisce 20 milioni, richiama così tanti appetiti?
«Perché a Cagliari come in Italia e nel mondo è la punta di diamante di un’intera società, non è una banale vetrina».
Magari anche.
«Forse per qualcuno, la verità è che è un luogo di prestigio, di storia. Questo non legittima che il Teatro venga strattonato da una parte e dall’altra. Col mio curriculum sono stato scelto dal ministro per portare ordine e rigore nel rapporto con i lavoratori e le Istituzioni.
Io sono un tecnico, non mi mischio nella politica».
Per curiosità: il regista della Vedova allegra è stato pagato?
«Sì, nei giorni scorsi. Le persone scritturate dal dicembre 2015 saranno pagate e poi, con fondi riservati, smobilizzerò anche il debito pregresso».
M. Francesca Chiappe
FONTE: L’Unione Sarda
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