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Gli occhi che lo fissavano

Creato il 24 ottobre 2012 da Unostudioingiallo @1StudioInGiallo
Gli occhi che lo fissavanonella penombra non lasciavano trapelare alcuna pietà. Soltanto adesso, davanti alla canna della pistola, aveva capito che non era più possibile tornare indietro.
Sentì un brivido.
"Forse è quello che si prova quando stai per morire" pensò.
Trattenne il respiro per qualche secondo. Doveva trovare le parole giuste. Era solo un tentativo disperato. Ma non aveva altra scelta.
«Per carità, abbassa quell'arma, proviamo a parlare...».
«E' un po' tardi per parlare, non trovi?».
«No, ti prego, ascoltami. Troveremo una soluzione...».
«Io mi fidavo di te. Non c'è soluzione. Devi morire».
Fu assalito dal panico.
«Aspetta, ti supplico...».
«Prega per la tua anima, bastardo».
«No... solo un attimo...».
«Smettila di piagnucolare e crepa da uomo».
L'ultimo istinto fu di chiudere gli occhi.
Tre spari squarciarono il silenzio della notte. Un cane abbaiò in lontananza.
Paolo Foschi, Il castigo di Attila (Edizioni e/o, 2012)

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