Edito da una casa editrice friulana, La Biblioteca Dell'Immagine, ambientato in Friuli Venezia Giulia, racconta il percorso di crescita spirituale e lavorativa di una donna, Daniela, radicata nell'esperienza con gli animali, in qualsiasi posto l'istinto e l'ululato del lupo, gli zoccoli del cavallo, le orme dell'orso abbiano deciso di portarla. Le prime pagine hanno costruito, nella mia immaginazione, il sogno (irrinunciabile) di una vita: un casale in campagna, il silenzio, la natura, le presenze magiche, notturne e di buon auspicio, degli animali selvatici, che compaiono all'improvviso e scompaiono come lampi d'estate. La prima immagine è di pace, serenità, realizzazione: un sogno concretizzato dopo anni di ricerca. Un viaggio a ritroso per raccontare come sia stato possibile realizzare questo progetto fantasioso, dopo tanto tribolare, sperimentare, tentare.
Mi sono rivista molto, nelle pagine de Gli occhi del lupo. Mi sono rivista nell'anelito di libertà, nell'amore per gli animali, nella propensione alla vita in campagna piuttosto che in città, nel coraggio di dire: "Quest'esperienza è conclusa, ora posso andare". La storia ricorda la ricerca del tesoro: le tracce lasciate sul sentiero da totem e famigli indimenticabili acquistano un senso coerente nel momento in cui si guarda al percorso nella sua completezza astratta e oggettiva [i famigli sono gli animali dei giochi di ruolo, i compagni guerrieri a quattro zampe, gli aiuti magici della Natura]. Tanti lavori diversi hanno costellato il cammino professionale di Daniela Castellani e, sempre, la vicinanza, la cura, la presenza di un animale era costante , quasi scontata, come il sorgere del sole dopo il saluto della luna.
Perché ho amato Gli occhi del lupo? Ho sentito un richiamo di libertà profondo. Una donna che ha scelto di seguire la propria strada, con un figlio a carico da accudire da sola. Ha dovuto rinunciare a molto per stare con gli animali, in un contesto aderente alla sua anima. Probabilmente, se avesse rinunciato ai suoi compagni fedeli a quattro zampe per una vita "classica", la perdita sarebbe stata molto più tragica. Questo libro mi ha ricordato che è possibile seguire il corso del proprio fiume, fino alla fine, vivendo le conseguenze di questo percorso persino con accettazione, sapendo che non ci sarà solo privazione di affetti ad attendere il viandante: ci saranno nuovi abbracci, nuovi orizzonti, nuove avventure, persone, amicizie, amore. Una vita con gli animali, nella natura, non è una vita per tutti. Lei non obbliga nessuno ad accettare la sua scelta esistenziale: la vive e la sceglie, assumendosi la responsabilità piena di questo. Propone una visione "calda" dei saluti definitivi, un approccio che non nega il dolore di un addio, di un amore finito, di un lavoro perduto. Scorrendo a ritroso questi ostacoli, lo sguardo d'insieme stempera i sentimenti di fuoco vissuti sul momento, facendo emergere un disegno più ampio, una freccia dorata, dritta e imperscrutabile che, però, punta nella giusta direzione: quella della propria realizzazione come essere umano. Tutto ciò non ha niente a che vedere con l'egoismo. Si tratta di una risposta semplice a una domanda difficile:
"Vuoi vivere la vita per cui sei nata?" "Si".
Gli occhi del lupo di Daniela Castellani è questo "Si." Nessuna smanceria, sbandieramento di animalismo, ipocrisia delle parole, apologia dell'ideologia. Solo una narrazione circolare di eventi, scelte e slanci, che hanno portato l'autrice a vivere dove voleva vivere, ad essere ciò che desiderava, a lavorare nel settore che amava.