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Gli occhi dello zoppo è una breve raccolta di racconti con atmosfere cupe e un senso di ineluttabilità del destino che fa da filo conduttore ai diversi titoli presenti. In tutte le storie c’è una sorta di dolore, di male di vivere che fa da sfondo a vicende e personaggi molto diversi tra loro; a tratti, le storie assumono anche un carattere “fantastico”, nel senso che compaiono figure e creature non umane e inesistenti. Quindi abbiamo da una parte un personaggio che, per un motivo o per l’altro, soffre, che sia la sua una condizione fisica o mentale o tutte e due insieme; dall’altro abbiamo un qualcosa che interviene, un qualcosa quasi di soprannaturale, come il potere del protagonista del racconto che dà il titolo alla raccolta, o il rumore dell’acqua di un fiume che sembra parlare, o un animale che ha un qualcosa di demoniaco, quasi.
Premetto che non amo moltissimo questo genere di racconti, e che alcuni nella raccolta mi sono sembrati un po’ inconcludenti; quelli in cui comparivano gli animali, poi, non mi sono piaciuti affatto, un po’ perché leggere di torture gratuite (perché alla fine una tortura su una bestiola inerme sempre gratuita è, non c’è motivo recondito che tenga) non è che mi esalti poi tanto, e un po’ perché la mia convinzione personale è che gli uomini sono più bestie degli animali (e la dimostrazione sono le torture di cui sopra, che purtroppo e troppo spesso non sono cartacee, ma tristemente reali). I protagonisti stessi dei racconti, poi, non hanno risvegliato un me alcun sentimento: non li ho sentiti vicini, non mi è dispiaciuto per la loro sofferenza, non mi hanno dato nulla, insomma.
Queste però sono impressioni personali; un po’ per il tipo di racconti, che se posso scegliere non leggerei, un po’ per le tematiche, i protagonisti, le trame. Ma sono convinta che questo genere, questi personaggi, queste trame e tematiche sicuramente possano piacere a molti altri lettori.
Quello che davvero rovina la raccolta sono gli errori. Come ho già detto altre volte, scambiare “gli” con “le” è una cosa che non perdonerei nemmeno al genio di Manzoni, e l’autore questo errore lo fa. Ma il vero punto debole è la punteggiatura: non sono riuscita a capire se l’autore non la sa gestire o se manchi una rilettura fondamentale di tutti i testi. L’autore infatti smebra piuttosto confuso sull’uso delle virgole: le mette spesso quando non servono (tipo tra soggetto e verbo) e non le mette quando invece servirebbero; non credo di aver mai incontrato un punto e virgola. L’autore usa, appunto, solo virgole, punti fermi e due punti; ma non sembra essere una scelta stilistica (anche perché alcuni sono proprio errori, e non c’è scelta stilistica che tenga, qui!), sembra essere piuttosto un limite dell’autore che però pesa tantissimo sulla godibilità di ciò che scrive. Se siete lettori come me, abituati a leggere con la mente come se steste leggendo ad alta voce, farete una fatica immensa a leggere certi passaggi, perché la posizione delle virgola, o la loro mancanza, rende certe frasi incomprensibili. Io spesso per capirle ho dovuto riscriverle mentalmente con la punteggiatura al posto giusto. Credo che l’autore debba davvero lavorare tanto su questo punto, perché la punteggiatura in un testo è fondamentale (come la grammatica, ma a parte la confusione gli-le non ho trovato strafalcioni) e le pause provocate dalle virgole, dai punti e virgola e dai punti fermi sono diverse e creano effetti diversi. Basterebbe farsi leggere i racconti da qualcuno, provare a leggerli ad alta voce seguendo le pause della punteggiatura, non le pause che si pensa debbano esserci, leggere altri libri e confrontare i testi. Insomma, su questo c’è da lavorare, e da lavorare tanto e sodo.
Ora, però, lasciate che lo dica: se un autore errori del genere non dovrebbe metterceli, un editore non dovrebbe lasciarceli. Qui mi sembra che l’editing sia mancato completamente, e questo, purtroppo, non giova né all’editore né all’autore per cui il libro è un biglietto da visita.
Insomma, sufficiente come esordio, ma assolutamente c’è da lavorare e da migliorare parecchio.
Giudizi
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Info utili
Titolo e autore originale: Gli occhi dello zoppo, Santo Trevisanello
Collana, editore e anno: Ghiaccio, Altromondo (Padova), 2009
ISBN o ISSN: 9788862813471