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Gli onicofori: alias, i "vermi di velluto" sputa-colla

Da Naturamatematica @naturmatematica
Gli onicofori sono un phylum di invertebrati piuttosto curioso. Superficialmente potrebbero essere classificati come centopiedi o millepiedi, perché possono arrivare a possedere una quarantina di paia di zampe, ma ci si rende subito conto che sono diversi dal phylum Arthropoda, a cui appartengono insetti, aracnidi, crostacei e miriapodi, perché hanno un corpo privo di segmentazione, le zampe non articolate e terminanti con 2 unghie, da cui il nome Onychophora = dal greco "portatori di unghie". La segmentazione è presente soltanto a livello del capo, formato da 3 segmenti, segno di una parentela evolutiva con gli artropodi, ma a differenza di questi ultimi non possiedono un esoscheletro capace di impermeabilizzarne la pelle e di sostenerli, perché la cuticola è priva di cere e non è sclerificata: ciò costringe gli onicofori a non poter vivere lontano da zone molto umide, perché l'acqua nel loro organismo può fuoriuscire per traspirazione attraverso la pelle. Ecco un onicoforo ripreso attraverso un video: Una cosa molto curiosa che riguarda gli onicofori è la capacità di immobilizzare le prede grazie al getto di una sostanza appiccicosa ad opera di 2 ghiandole mucipare ai lati della bocca, che può raggiungere la distanza di mezzo metro! La colla degli onicofori è a presa rapida, perché a contatto con l'aria indurisce ed imprigiona le prede, che più si contorcono per liberarsi e più restano invischiate, senza alcuno scampo.  La colla che lanciano gli onicofori è un mix di proteine che ostacola il movimento e la sua produzione comporta un elevato dispendio energetico per il loro metabolismo, al punto tale che i residui di colla non utilizzati per immobilizzare le prede vengono mangiati da loro per poter essere riciclati, e i getti sono sempre diretti verso prede molto più piccole di loro, in modo da evitare eventuali sprechi. Recentemente uno studio pubblicato sulla rivista Zoologischer Anzeiger (A Journal of Comparative Zoology), ha portato alla luce un nuovo rappresentante degli onicofori, scoperto in Vietnam. E' stato battezzato Eoperipatus totoro ed è la 5° specie di onicoforo finora scoperta nel Sud-Est Asiatico; di queste, 3 appartengono allo stesso genere ma sono tra loro molto più simili rispetto a E. totoro, al punto da poter essere anche tra loro confuse, mentre un'altra appartiene al genere Typhloperipatus

Eoperipatus totoro  © Pavel V. Kvartalnov

Eoperipatus totoro è stato scoperto nella giungla vietnamita con estrema difficoltà, perché, come tutti gli onicofori, necessita di molta umidità e raramente sbuca fuori da anfratti rocciosi o dal suolo, eccezion fatta per le giornate di pioggia: questo significa che molto probabilmente dovranno seguire molte altre scoperte che amplieranno la quantità di specie note appartenenti a questo phylum, per ora circa 200. E. totoro si differenzia dalle altre specie dello stesso genere per una diversa organizzazione dell'apparato genitale maschile, per la presenza di scaglie ventrali differenti e una particolare peluria che ricopre il suo corpo. Lo studio degli onicofori è molto importante per chi si occupa di sistematica e filogenesi animale, perché questi animaletti non sono cambiati molto rispetto ai loro antenati di circa 540 milioni di anni fa, e lo studio del loro patrimonio genetico potrebbe aiutare a comprendere qualcosa in più sull'esplosione evolutiva degli artropodi, senz'altro loro prossimi parenti.
Oliveira, Ivo de Sena (2013). A new species of Eoperipatus (Onychophora) from Vietnam reveals novel morphological characters for the South-East Asian Peripatidae Zoologischer Anzeiger - A Journal of Comparative Zoology DOI: 10.1016/j.jcz.2013.01.001

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