È questo l’inizio del libro Gli onori di casa, l’ultimo romanzo di Alicia Giménez Bartlett.
Siguàin, un ricco imprenditore tessile che esportava i suoi preziosi capi anche in Francia e Italia, nonostante una moglie e tre figlie, amava frequentare giovani prostitute: un vizio che gli costò la vita, quando s’innamorò di Julieta Lopez Atlenza che, a insaputa dell’imprenditore, era in combutta con il fidanzato Abelardo Quiñeros. I due prendevano di mira vecchi frequentatori di prostitute e li rapinavano. Questa volta, però, finì male e l'uomo venne ucciso. L'esito del processo determinò la condanna di Julieta a tre anni per favoreggiamento, mentre Abelardo scomparve per qualche anno, fino a quando non fu trovato morto a Marbella. Parlando con Juan Muro, il giudice che si occupò del caso, Petra scopre che a far pressione affinché le indagini riprendessero è stata Rosalìa Piñeiro, la moglie della vittima, desiderosa che fosse fatta luce sui fatti. Julieta, infatti, durante e dopo il processo, aveva sempre sostenuto che il vero assassino fosse un italiano, ma nessuno le credette.
Ora, Julieta vive in incognito nella città di Ronda, in Andalusia. Durante l'incontro con l'investigatrice, la donna conferma la sua versione: lei e il fidanzato sono gli autori dell'estorsione, ma l'assassino è un italiano che lei non conosce. Poco dopo il ritorno di Petra a Barcellona, la ragazza viene assassinata. Nel corso delle indagini, salta fuori il nome di Franco Catania, il fantomatico killer italiano. A questo punto, i due investigatori immaginano ci sia di mezzo la malavita italiana e si rendono conto che, per risolvere il caso, devono guardare oltre il loro Paese. Con l’autorizzazione del commissario Coronas, partono per Roma.
Come negli altri romanzi che hanno per protagonista l'investigatrice Delicado, la scrittrice spagnola propone una storia interessante e sviluppata con diverse sfumature che rendono difficile la classificazione. La categoria principale potrebbe essere quella del giallo-noir, ma sono costanti gli elementi di azione, l’ironia e gli squarci di vita quotidiana.
L'autrice insiste molto sui rapporti sociali della protagonista: con il collega Fermìn, in primis, con cui litiga e scherza spesso, ma che riesce a rilassarla; con l'amato marito, invece, non riesce a tranquillizzarsi completamente e dimostra il suo amore, ma senza mai sembrare totalmente presa da lui.
Le riflessioni di Petra, soprattutto nella prima parte del romanzo, accompagnano il lettore costantemente, facendola conoscere e apprezzare sempre di più e mostrando il suo carattere umano, pieno di dubbi e paure, ma con una determinazione che la rende unica.
Ne Gli onori di casa, più che negli altri suoi romanzi, l'autrice allarga i suoi orizzonti verso un Paese che ama molto, l'Italia, e lo fa in modo appassionato e, allo stesso tempo, critico. Se da un lato, infatti, si sbizzarrisce in una sortita di luoghi comuni sul Belpaese, come la malavita, dall’altro rivolge un ammirato sguardo all'arte e alle tradizioni italiane, uniche nel mondo.
Il romanzo, edito da Sellerio nella traduzione di Maria Nicola, è stato scritto nel 2012 e l'autrice lascia trasparire tutto lo scenario moderno europeo, con la sua crisi, le sue lotte sociali e i conflitti politici.
La Giménez scrive con un io narrante rivolto al passato e mostra uno stile chiaro e fluido, senza troppi particolari stravolgimenti di trama, evitando flashback o rimandi a sotto-trame. La linea seguita nella prima metà si sviluppa, però, forse in maniera un po’ scontata, anche se è piacevole seguirla per l'abilità di caratterizzazione dei personaggi. Il finale sorprendente chiuderà una buona e interessante avventura dell’investigatrice catalana che lascerà i lettori con il fiato sospeso in attesa del nuovo episodio.
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