Con in scena il Kane Hodder che ha concesso anima e corpo per quattro volte al massacra-teen-ager Jason Voorhees della serie Venerdì 13, si comincia immediatamente tirando in ballo una decapitazione, per poi mettere in scena sette studenti universitari scelti al fine di andare a studiare la vita selvaggia dell’isola di proprietà di Vincent King e sua moglie amante del cinema Mary Shelley (proprio come la scrittrice di Frankenstein), rispettivamente incarnati dallo Sean Kanan di Karate kid III – La sfida finale (1989) e dalla Juliet Landau figlia del premio Oscar Martin.
Il Kanaan che figura anche tra i produttori di Hack! (2007) di Matt Flynn, slasher destinato a proseguire con il progressivo sterminio dei protagonisti per mano di un misterioso individuo che, inizialmente abbigliato – con tanto di uncino pronto per l’uso – come il pescatore serial killer di So cosa hai fatto (1997), si rifà, di volta in volta, alle scene cruente dei film dell’orrore.
Quindi, mentre vengono citati verbalmente, tra gli altri, Arancia meccanica (1971), La casa dei 1000 corpi (2003) e L’esorcista (1973) e, oltre a Burt Young e Tony Burton (entrambi provenienti dalla saga Rocky), il cast include William Forsythe in aria di look simile a quello sfoggiato in Halloween – The beginning (2007), non mancano neppure un clown assassino, un sanguinolento omicidio proto-Leatherface eseguito tramite motosega ed evidenti omaggi al franchise The ring e al kubrickiano Shining (1980).
E, sebbene l’identità del responsabile della carneficina venga allo scoperto già a metà pellicola, sono altre sorprese a caratterizzare la seconda parte di un insieme che, fornito di forte retrogusto di humour nero, include anche famelici piranha, un professor Argento (!!!), un non accreditato Lochlyn”Freddy vs Jason”Munro, un’imbarcazione che si chiama Orca come quella vista ne Lo squalo (1975) e, addirittura, le locandine dei nostri Porcile (1969) e Mondo cane (1962) affisse su una parete… fino a un richiamo conclusivo a Ore 10: Calma piatta (1989) di Phillip Noyce.
Corredato di galleria fotografica quale contenuto speciale, a renderlo disponibile per il mercato dell’home video digitale è Nuova Alfabat, che, per gli spettatori in cerca di orrori maggiormente psicologici e meno propensi a liberatori spargimenti di frattaglie e liquido rosso, lancia in dvd anche Danika (2006), la cui donna del titolo possiede i connotati della Marisa Tomei che la succitata, ambita statuetta hollywoodiana la conquistò in qualità di migliore attrice non protagonista grazie alla commedia Mio cugino Vincenzo (1992) di Jonathan Lynn.
Donna sposata con l’uomo di successo Randy alias Craig Bierko e madre di Brian, Lauren e Kurt, rispettivamente con le fattezze del Ridge Canipe di Quando l’amore brucia l’anima (2005), della televisiva Nicki Prian e di Kyle”Nightmare”Gallner, ma la cui esistenza cambia drasticamente dopo che il marito la tradisce con una babysitter.
Perché in un lento, angosciante crescendo, non solo perde la fiducia in lui, ma inizia anche ad essere tormentata da terrificanti incubi notturni e catastrofiche visioni diurne (compresa una testa tagliata); arrivando a smarrire del tutto il controllo sulla propria vita, sebbene sia seguita da una psichiatra, man mano che prende inoltre parte agli ottanta minuti di dramma a tinte horror la Regina Hall dei primi quattro Scary movie.
Per approdare ad un tristissimo, ambiguo epilogo sicuramente aperto a più interpretazioni, ma che il regista Ariel Vromen – in seguito autore di The Iceman (2012) – sembra voler sfruttare con la finalità di suggerire che, a volte, dietro a determinati, esagerati comportamenti possono nascondersi forti traumi dovuti alla distruzione di ciò che si è sempre sognato e che si tende, spesso, a tenere nascosti.
A fare da extra, in questo caso, trailer e galleria fotografica.
Francesco Lomuscio