Di ritorno dalla presentazione dei 5 finalisti del Premio Biella Letteratura e Industria, giunto alla 14° edizione, vi porto una considerazione e vi lascio una domanda.
I 5 finalisti,
Ennio Capasa, Un mondo nuovo, Bompiani.
Giorgio Diritti, Noi due, Rizzoli.
Nicola Lagioia, La ferocia, Giulio Einaudi editore.
Michele Marziani, Umberto Dei. Biografia non autorizzata di una bicicletta, Ediciclo.
Alessandro Perissinotto, Coordinate d’Oriente, Piemme
raccontano a Pier Francesco Gasparetto la loro vita, la storia nascosta nel libro, le vicende che li hanno portati a scrivere, piccoli aneddoti, considerazioni.
A due di loro viene posta la domanda: “Lei legge? Che libri legge?”
Entrambi gli scrittori rispondono: “Eh, leggo poco, sa, ho poco tempo.”
Degli altri tre non sappiamo, ma sorge spontanea una domanda: “Ma se lei scrittore non legge, perché dovrei io lettore leggerla? Crede di essere così indaffarato, più di me, da non avere il tempo che invece io, a suo vedere, dovrei avere, per poterla leggere?”
Paradossi del mondo dell’editoria…se non danno il buon esempio gli scrittori…
Chiara