Ho letto pochi libri insulsi come questo.
Come se bastasse un autore di grido, un editore importante, una sequenza di metafore dal ritmo sincopato per fare un libro.
Essere passati da “Memorie di Adriano” (del quale parlerò in un altro post) a questo è come passare da un piatto di lasagne accompagnato da un fresco gutturnio frizzante a un tozzo di pane ammuffito accompagnato da un bicchiere d’acqua del rubinetto (piena di calcare). D’accordo che il primo è un capolavoro, ma tra il capolavoro e la ciofeca ci sono anche dei passaggi intermedi, no?
Ma quand’è che i nostri figli (o per lo meno quello dell’autore) si sono trasformati in “sdraiati”?
La risposta potrebbe essere semplice: quando si sono sdraiati i genitori (o per lo meno il genitore del libro).
Quando i genitori hanno abbandonato il loro ruolo educativo. Quando lo ha abbandonato la scuola. Quando i figli sono diventati consumatori.
Insomma, ci sono tante risposte possibili, che possono balzare fuori anche da un raccontino ironico, ma che qui non fanno capolino per niente.
E poi non ho capito che c’entra la storia della guerra tra vecchi e anziani che si prende alcune pagine del libro: forse bisognava arrivare alle 100 pagine per giustificare i 12 euro del prezzo di copertina?
Sono comunque 12 euro buttati.
Sconsigliato, vivamente sconsigliato.