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Gli slogan non servono più (forse)

Creato il 18 settembre 2012 da Fabio1983
Dunque. In estate si è fantasticato non poco sulla seconda discesa in campo di Berlusconi. Si è fantasticato, sì. Nel senso che in tante redazioni non è parso vero di poter tornare a parlare di lui, nel bene e nel male, tra smentite e conferme. La prospettiva domenicale del voto a novembre (d'estate certe cose si scrivono solo di domenica) faceva il resto, ma intanto Berlusconi si richiudeva nel silenzio. Ora, invece, abbiamo capito che: i sondaggi, non così lusinghieri, tengono il leader carismatico del Pdl sulle sue; la scelta di tornare a competere è direttamente proporzionale all'esito delle trattative sulla legge elettorale e al risultato delle primarie del centrosinistra (o democratiche, quando Vendola si sarà schiarito le idee). Però, per non lasciare nulla di intentato, lo slogan intanto c'è: "Aboliremo l'Imu". E non è una frase buttata là, lui con una promessa del genere ci ha già vinto. L'Imu del governo Monti è ben altra cosa da quella che stava per introdurre il centrodestra con il federalismo fiscale, ma Monti ha reputato questa e altre misure analoghe necessarie. Ora, nonostante nei mesi sia sceso il consenso nei confronti del governo, l'attuale premier resta a tutt'oggi la personalità politica che gode di maggiore credibilità. Segno che gli italiani sono più consci dei tempi che viviamo e agli slogan che taluni ancora propinano non prestano ascolto come in passato. Poiché tutti si riempiono la bocca di locuzioni efficaci tipo "bene comune", ecco forse è il caso che si guardi effettivamente verso quella direzione. Ché la comunicazione in politica sta mutando nei paradigmi e nelle aspettative della gente che adesso vuole sentirsela dire tutta, non si accontenta della metà. Se togli l'Imu, ad esempio, in qualche modo dovrai compensare. O no?

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