Clint Eastwood è uno di quelli che a scuola si sedeva al primo banco. Uno che dopo anni di pistolettate, sguardi torvi e sigari marci, si destreggia fra speroni e duelli al sole meglio di mia nonna col cappone ripieno e, cammina cammina, a un certo punto della sua carriera ti sforna (Clint, non mia nonna) quel film gigantesco che è Gli spietati, un “canto del cigno” del vecchio West dedicato a chi il cinema glielo ha fatto entrare sottopelle, papà Leone e zio Siegel.
William Munny, fuorilegge in pensione, vedovo con due figli a carico e a corto di moneta si lascia convincere a dare la caccia a due cowboy che hanno aggredito una prostituta e su le cui teste pende una taglia da mille dollari. È una storia di violenza, vendetta e disillusione sempre strategicamente funzionali al racconto e un saggio minuzioso sulle forme della natura umana, in cui gli eroi sono pieni di macchie e paure. Eastwood disse che questo film sarebbe stato l’ultimo che avrebbe diretto e recitato insieme. SCHERZONE.
QUICKIES:
- Deserve’s got nothin’ to do with it
[Artwork by Massimo Carnevale]