Barack Obama a Chicago, il 27 ottobre 2015. (Jonathan Ernst, Reuters/Contrasto)
Il presidente statunitense Barack Obama manderà decine di consiglieri militari delle forze speciali in territorio siriano per assistere i gruppi di ribelli moderati che combattono contro i jihadisti dello Stato islamico.
Anche se l’operazione riguarderà un nucleo di decine di militari, si tratta di un importante cambio di strategia per Obama, che in uno storico discorso del settembre del 2013 aveva assicurato che non avrebbe mai messo “gli scarponi sul terreno” in Siria e ha successivamente assunto la guida della coalizione internazionale che bombarda dal cielo gli obiettivi dello Stato islamico e, più raramente, del Fronte al Nusra legato ad Al Qaeda, oltre ad appoggiare le forze curde che combattono contro i jihadisti nel nord.
Di recente, il Pentagono ha interrotto un programma da 500 milioni di dollari con cui era riuscito a formare solo poche decine di ribelli. Il segretario di stato John Kerry sta partecipando in queste ore ai negoziati internazionali di Vienna, dove diciassette paesi sono riuniti con le Nazioni Unite e l’Unione europea per trovare un accordo che possa mettere fine ai combattimenti in Siria e definisca le sorti dell’attuale regime del presidente Bashar al Assad.
Secondo fonti del congresso statunitense, il contingente pronto a partire consisterebbe in meno di 60 unità dei reparti scelti, che avranno compiti di consulenza e assistenza alla logistica per i gruppi moderati che si oppongono ad Assad e allo Stato islamico, già armati ed equipaggiati dagli Stati Uniti.
La lotta ai jihadisti sarà rafforzata anche sul fronte iracheno, dove il Pentagono ha portato avanti in questo periodo “consultazioni” con il primo ministro Haider al Abadi per mettere in piedi una task force incaricata delle operazioni speciali, con un numero imprecisato di forze statunitensi che “rafforzeranno la capacità irachena di colpire i capi e le reti dello Stato islamico” lungo il confine tra Siria e Iraq, come hanno riferito fonti militari al Guardian.
Le forze in questione saranno appoggiate da uno schieramento ulteriore di caccia e aerei da combattimento nella base aerea della Nato di Incirlik, in Turchia, con un impegno senza precedenti delle forze statunitensi nell’area. Dall’inizio di ottobre la Russia ha cominciato a bombardare le forze di opposizione al regime di Assad in Siria. Tra gli obiettivi colpiti ci sono anche i gruppi ribelli appoggiati dagli Stati Uniti.
Fonte: Internazionale