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Gli stereotipi

Creato il 17 agosto 2010 da Lamiatestafralenuvole

Non so voi ma da lettrice c’è una “tecnica” che mi irrita: la definizione della personalità dei personaggi tramite aggettivi piuttosto che azioni.

Anche peggio se il personaggio in questione fin da subito è classificabile in una categoria, è uno stereotipo, una macchietta.

Quasi sempre a narrare la storia è lei e quindi lo stereotipo è lui.

Se inizio a leggere un libro e dopo 10 pagine circa trovo: “alto, silenzioso e tenebroso” (urghh)   “affascinante” “misterioso” “schivo” “timida” “sicuro di sè” “sarcastico” “sfrontato”… ho reso l’idea? Inizio a fare smorfie, non mi godo la storia.

E’ un metodo che con  me non funziona (e viene spesso usato per esempio nel Bacio dell’angelo caduto di Becca Fitzpatrick oppure nel genere romance), è un sistema frettoloso,  da lettrice non riesco ad affezionarmi.

Adoro quei personaggi con cui riesco davvero ad entrare in sintonia, non quelli con cui penso di poter entrare in sintonia o quelli con cui voglio entrare in sintonia, forse non ha senso ma per me c’è una bella differenza.

Il mio eroe letterario ideale ha non uno ma mille difetti, si impone nella storia tramite dialoghi (meno aggettivi ci sono e meglio è), azioni, spesso ci vuole tempo ed è per questo che mi piacciono le serie, perchè c’è tutto il tempo …

Una delle mie serie ya preferite in assoluto è Secret Society Girl series di Diana Peterfreund (purtroppo non è mai stata tradotta in italiano), ad un certo punto nel 4° libro c’è questa frase:

“Sometimes you met someone that changed the pattern, who wormed their way past the cracks in your heart, caulked them up, sealed themselves in, and stayed there. Sometimes they did it by insisting you meet them at every step”

queste poche righe sintetizzano perfettamente quello che volevo dire.

Quali sono i personaggi maschili (sulla carta eh)  migliori in cui vi siete imbattute?

Qualche esempio dei miei preferiti: Po in Graceling di Kristin Cashore (fantasy), Nick in Nick and Norah. Tutto accadde in una notte di Rachel Cohn e David Levithan (ya, narrativa contemporanea), Paul in L’estate di noi due di Ann Brashares

Em



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