L’ondata multicolore di flussi migratori fa sfavillare la vecchia Italia, che però in non pochi enti locali ha cercato di fermare la storia e tornare indietro. La famosa ordinanza di Cittadella (Padova) che attribuiva cinque o sei anni fa la cittadinanza solo ai nuclei familiari con un reddito minimo di 5mila euro l’anno, poi replicato in vari altri Comuni, assume un aspetto diverso. L’Italia, già per sua storia e tradizione così variegata, rafforza questa caratteristica di terra di mezzo, di passaggio o anche meta di flussi possenti.
Ma le politiche per l’integrazione sociale e per un inserimento lavorativo favorevole anche a chi cerca lavoro dove sono? Tanti Comuni non hanno pensato agli stranieri se non con timore che i “falsi poveri”, che pure ci sono ma non così identificabili nei soli immigrati, svuotassero le casse dei servizi sociali con mille imbrogli. I servizi sociali però sono stati messi al tappeto dalle politiche europee, decise nei parametri fondamentali vent’anni fa e non tenute nella dovuta considerazione se non nell’ultimo anno.
Gli immigrati sono triplicati e spesso non si riesce a concedere loro nemmeno l’elementare diritto di riunirsi in un centro culturale (islamico o d’altra natura), come a Crema, ma gli esempi non mancano. La mediazione culturale e sociale poteva acquisire un ruolo di primo piano e invece anche a Cremona si taglia proprio su questo.
E’ la vecchia Italia delle paure e delle nostalgie che non accetta di confrontarsi seriamente con la realtà.
Ma questa paura è indotta dai massmedia e dai politici che speculano sull’istinto di sopravvivenza, da quanto risulta dal rapporto sui temi dell’immigrazione in Europa e negli Stati Uniti redatto dal German Marshall Fund, pubblicato da Repubblica il 18 novembre 2011 (clicca qui).
Veramente è il caso di preoccuparsi tanto e non facilitare il diritto di cittadinanza? Si sono spesi parecchi soldi per la videosorveglianza e ben poco per l’integrazione, solo per fare un esempio. Tutti desiderano sicurezza, ma non si vive di paura. Ecco i dati diffusi dall’Ansa.
Secondo i dati dell’ultimo censimento Istat sono 59.433.744 i residenti in Italia, il 4.3% in più rispetto ai 56.995.744 di dieci anni fa. L’aumento della popolazione deriva soltanto dagli stranieri: rispetto al 2001, infatti, sono aumentati di 2.694.256 mentre gli italiani sono diminuiti di 250mila unità (-0,5%). In dieci anni, inoltre, la popolazione straniera residente in Italia è triplicata, passando da 1.334.889 a 4.029.145, con una crescita del 201,8%.