di Gianluca Avagnina. Avevo cominciato a sperarci. Una dolce speranza covata segretamente in quell’angolo di cuore dove vivono insieme tutte le illusioni, che dolci sono per loro natura, anche se tale natura è matrigna, come definita dal Leopardi.
Avevo cominciato a sperarci leggendo dichiarazioni del tipo ‘inaccettabile escludere gli studenti Erasmus dal voto’. Seguite dalla giostra degli allegri politici che si sono sbizzarriti a suggerire diverse possibili soluzioni.
Avevo cominciato a sperarci quando addirittura l’Europa si è pronunciata in merito, pungolando l’Italia perché facesse qualcosa in merito.
‘Stiamo cercando una strada per risolvere il problema. Questa mattina mi sono interessata direttamente con il ministro dell’Interno per fare in modo che i ragazzi che stanno frequentando l’università all’estero possano poter votare. Mi sembra un loro diritto che deve essere garantito. E non possiamo permettere che le famiglie paghino il viaggio di andata e ritorno per un diritto che, come cittadini italiani, devono poter esprimere anche se studiano all’estero’. Così il sottosegretario all’Istruzione Elena Ugolini.
Qualcuno fantasticava addirittura che lo Stato si potesse accollare le spese per i voli di rimpatrio dei 25 mila giovani attualmente all’estero, in modo da consentire il voto. Una barzelletta, per un paese che non trova più i soldi nemmeno per pagare il carburante degli autobus cittadini (è successo a Napoli).
E intano noi 25 mila all’estero ad attendere che la sbronza dell’indignazione passasse, e qualcuno sobrio vedesse che c’è una via semplicissima per garantire il diritto al voto, sia per chi si trova fuori dal territorio nazionale, sia per chi studia in una università lontana dalla propria circoscrizione elettorale, e per vari motivi (principalmente economici) non vi può tornare per il voto.
Esistono modalità come il voto per delega, il voto per corrispondenza o il voto in un diverso seggio. Tutte soluzioni fattibilissime. ‘Efficienti e poco dispendiose’, come scrive uno studente, e da tempo utilizzate in ‘Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, Svezia, Irlanda, Lituania, Slovacchia, Danimarca, Belgio, Finlandia’.
Ma da noi no, non è possibile.
Nemmeno con un governo che è ancora composto da tecnici. I tecnici sobri, che non certo per la prima volta si sono dimostrati più sbronzi dei politici che credevano nella possibilità di pagare i voli di rientro.
La chiusura definitiva è arrivata da un tecnico d’eccellenza, il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri.
‘Purtroppo non potranno andare al voto perché proprio tecnicamente non è possibile’.
Aggiungendo: ‘E poi non ci sono i tempi tecnici per istituire delle liste elettorali. Ci vorrebbe una legge ad hoc che non è mai stata fatta’.
E pensarci prima no?
Ma c’era da aspettarsela. D’altronde, non perdiamo mai l’occasione di dare a chi si trova fuori dall’Italia un motivo in più per rimanerci.
Featured image, un bellissimo ritratto di Erasmo da Rotterdam di Hans Holbein il Giovane.
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