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Fase Numero Uno: all'incirca un mese prima dell'esame.Lo studente è calmo, sereno, esce il venerdì sera, il sabato e la domenica. Sa che ha circa 30 giorni di tempo per studiare e non è preoccupato. Ce la farà tranquillamente. Sa che con uno studio di circa 3 ore al giorno, il sogno di passare l'esame è sempre più nitido e coincidente alla realtà.Fase Numero Due: tre settimane prima dell'esame.Lo studente ha dato una letta approssimativa dei libri. Le ore al giorno per studiare non sono mai state 3, ma circa 1. Ci sono cose che non ha capito, ma preferisce studiare subito quelle di cui ha più certezza, così potrà poi concentrarsi sui concetti più ostici solo alla fine, per ricordarseli meglio. Esce al sabato e alla domenica, il venerdì è meglio riposarsi per studiare il sabato mattina, poltrire il pomeriggio ed essere carico per il vero e proprio week-end. Comincia a affievolirsi i sogno del 30, ma si accontenterebbe anche di un 25.Fase Numero Tre: due settimane prima dell'esame.Lo studente si è concentrato sugli argomenti ostici, ma per troppo poco tempo. Non li ha capiti granché e nella sua mente comincia ad insinuarsi la bugia che ogni studente si racconta per giustificare il suo scarso impegno: "questo, non lo chiederà mai." Sa che ha i giorni contati e che i sabati e le domeniche sono off-limits, non si esce. Si studia, ci si rilassa e si ri-studia. Il 25 è solo un amaro ricordo, un 22-23 in fondo, non è poicosì male.Fase Numero Quattro: una settimana prima dell'esame.Lo studente comincia ad assomigliare sempre di più a unozombie. Non si lava, non si leva mai il pigiama, non si pettina, non risponde al cellulare e declina qualsiasi invito in favore dello studio. Non si ricorda la metà delle cose studiate. Il suo viso cambia colore, che ricorda l'itterizia e il suo labbro si muove a suon di tic nervosi. Le occhiaie sono violacee, le pupille strette. I più sfortunati cominciano ad avere strani sfoghi su tutto il corpo. Quando pensa all'esame, rabbrividisce, il senso di nausea lo pervade e sa che la crisi isterica è molto, ma molto vicina. La mattina si sveglia alle 7, se non prima, studia senza sosta, studia mentre mangia ma non capisce un'acca. L'ultima settimana è caratterizzata dalle coincidenze più singolari. Lo studente non ha un minuto da perdere e quando se ne accorge... Beh, sarà proprio in quel preciso istante che la sfortuna più nera incomberà su di lui. Tutte le più spietate cause di contrattempi sbucheranno fuori come se qualcuno avesse aperto il tappo del barattolo in cui c'era palesemente scritto, a caratteri cubitali "SFIGHE PER TUTTI I GUSTI. SE LO APRI ANDRAI ALL'INFERNO". Il gatto starà male, la vecchia zia avrà bisogno di aiuto perché la badante è fuggita, sua madre non ci sarà più a pranzo e tanto meno a cena così che lo studente perderà del tempo anche per preparasi i pasti. La caldaia si romperà e il telefono squillerà senza sosta fino alle 10 di sera. Il computer con tutti gli appunti scritti e mai stampati esploderà in mille pezzi, la cantina si allagherà e ti chiamerà il tuo compagno di corso a darti il colpo di grazia, dicendoti un candido "ho finito 3 giorni fa di studiare, tu come sei messo/a?".Fase Numero Cinque: il giorno prima dell'esame. Fase chiamata anche "non lo passerò mai".La prospettiva di prendere un 18 è la migliore. lo studente non fa altro che ripetersi "non lo passerò mai, questo dannato esame". Valuta la possibilità di un enorme "bigliettino" che lo aiuterà durante l'esame, ma sa bene che lo beccheranno e se ha un minimo di saggezza (o di esperienza), escluderà questa ipotesi. Nel pensare a questa eventualità ha perso un'ora, come minimo. Lo studente più sensibile piangerà, avrà mal di stomaco e comincerà a imbottirsi di ansiolitici e caffè. Il mix sarà letale, ammazzerà le sue forze già ridicole e non concluderà niente tutto il giorno. Leggerà ma non ricorderà niente, così punterà la sveglia alle 5:30 del mattino per "ripassare".Fase Numero Sei: il giorno dell'esame, parte prima (pre-esame).Sono le 5:30 e lo studente si alzerà con fatica. Sente di avere già un piede nella fossa ma arranca fino ai libri. Ripassa e si rende conto (e ciò accade ogni volta) che quello che sta leggendo non lo aveva mai visto prima. "E questo cosa diavolo è?!" è la domanda clou. Lo legge e si sente già più tranquillo. Tranquillità che svanirà completamente tre ore dopo, quando sarà sul treno e non si ricorderà nemmeno il titolo del paragrafo. Le energie sono allo stremo, lo studente comincia a sentire cori di angeli e luci bianche a più non posso. Risvegliandosi dal suo coma, si renderà conto che i fari delle auto e i vigili a braccia aperte non sono esattamente figure celestiali e tornerà sul marciapiede su cui stava camminando prima che lo investano. Questo gli darà una scossa e l'adrenalina è a mille. Avanza nella mente l'idea che forse, gli potrebbe andare anche di fortuna. Il professore potrebbe fare una domanda che sa benissimo e che non è detto che sia un esame difficilissimo. Pensiero che svanisce davanti all'appello. L'assistente fa il suo nome e il solo dover dire "presente" gli da il colpo finale. Si siede al suo posto, si guarda intorno ma nessuno se lo fila, manco per sbaglio. Nessuno che sia disposto ad aiutarlo, nessuno che conosce, eccetto il suo collega, ma è sette file indietro ma fa combriccola con altri studenti. Arrivano le domande. Sono scritte nero su bianco, ma lo studente è colpito da un improvviso raptus di analfabetismo, mischiato a cecità e spasmi agli arti. "Questa la so. Questa la so. MA VAI!! Questa no. Questa no. Questa... Ma dove cavolo c'era scritto questo? Si sarà sbagliato, adesso qualcuno glielo dirà e la toglierà 'sta domanda infame. Questa la so. Questa no." Il sangue gela nelle vene. Guarda l'orologio e le lancette scorrono 3 volte più veloce del solito. Sono già passati 10 minuti e la penna non ha ancora toccato il foglio, se non per scrivere nome, cognome e numero di matricola. Lo studente valuta la possibilità di andarsene. Ma non ha il coraggio di farlo, si dice che per lo meno, bisogna provarci.Fase Numero Sette: il giorno dell'esame, parte seconda (post-esame).Lo studente ha riacquisito le sue forse, si sente come Usain Bolt dopo aver battuto il record mondiale per tre volte di seguito alle Olimpiadi di Pechino. Si dirige verso il bar con il primo essere umano che passa e si beve due Spritz. Prende il treno storto come non mai. Il suo viso la dice lunga: "sono libero! E chissenefrega se non l'ho passato, gli esami si ridanno. Ora ho ben due settimane di "dolce far nulla" e sono un dio."Fase Numero Otto: Son contento. Oppure no.Le possibilità sono 3. Lo studente ha passato l'esame con un buon (o ottimo!) voto ed è felice come una Pasqua, il merito lo attribuisce a lui ed è finita la faccenda. Si verbalizza e stop.Lo studente ha passato l'esame con un voto scarso o con una sufficienza. Le domande erano difficili e l'oggetto di studio uno schifo. L'indecisione di verbalizzare o meno è bruciante.Lo studente non ha passato l'esame. La colpa non è sua. E' del prof, del tempo atmosferico e della facoltà. Probabilmente del governo. La vita è uno schifo e ce l'hanno tutti con lui. Pensa di mollare tutto e andare a fare l'eremita sulla cima dell'Everest. La depressione è alle porte. E che la sfiga sia con noi.
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