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Gli svizzeri ci fanno paura? Il razzismo linguistico

Creato il 11 aprile 2012 da Bulgarone84
Avete mai provato sdegno, paura e diffidenza per uno svizzero? Non è anche lui un extracomunitario? Certamente lo è. Anche se l'equazione extracomunitario uguale svizzero suona male alle nostre orecchie e fa sorridere. Ma non è colpa nostra. O, almeno in parte, non lo è. Siamo quotidianamente bombardati a livello mediatico (casualmente in periodi pre-elettorali) a colpi di "emergenza immigrazione", "allarme extracomunitari" e così via. Ci sarà un'invasione degli svizzeri allora? Chiaro che no. Per noi la parola extracomunitario è sinonimo di povertà, illegalità, sovversività. Per noi l'extracomunitario è l'albanese, il rumeno, il marocchino di turno che bussa alle nostre porte. A questo punto la nostra abitudine e la nostra pigrizia culturale hanno la meglio e si impadroniscono impropriamente di termini che presentano altri significati. Se la denotazione di extracomunitario è quella che indica un soggetto che non possiede cittadinanza in una comunità (come l'Unione Europea) la connotazione più frequente indica uno stato di clandestinità da parte dello stesso. Senza distinzione alcuna sulla provenienza, sulla regolarità o meno dal lavoro, sulla motivazione che lo ha spinto a intraprendere il viaggio. Inoltre il sentimento che si cela dietro la parola "extracomunitario" non è forse lo stesso di quello che ha generato il termine "terroni"?Ecco, quindi, emergere una nuova forma di razzismo, quello linguistico. Esasperato da un mondo globalizzato dove la velocità è la parola chiave e la riflessione non trova spazio.

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