Gli Stati Uniti schierano batterie di missili Patriot e jet F-16 da combattimento in Giordania per le esercitazioni militari “Eager Lion” e c’è la possibilità, se non la certezza, che le armi possano rimanere lì a tempo indeterminato a causa della “minaccia” proveniente dalla guerra in Siria. Gli Stati Uniti hanno rifiutato di commentare l’entità numerica delle armi.
Come riporta Russia Today, il portavoce del US Central Command, tenente colonnello TG Taylor, ha affermato: “Al fine di migliorare la capacità difensiva della Giordania, alcuni di questi beni possono rimanere oltre l’esercizio, su richiesta del governo della Giordania”.
Gli Stati Uniti hanno finora rifiutato di rivelare il numero di F-16 impiegati, o quanti di questi rimarranno in Giordania dopo gli esercizi militari. Funzionari giordani hanno confermato che i sistemi di difesa missilistica sono stati inviati, e hanno affermato che saranno utilizzati solo per difendere il paese da eventuali attacchi missilistici.
La Giordania è un alleato di Washington che confina con la Siria e ha visto un enorme afflusso di rifugiati siriani sfollati a causa del conflitto.
Le batterie Patriot sono capaci di abbattere altri missili a corto raggio Scud o (che sono noti per essere parte dell’arsenale dell’esercito siriano) e potrebbero essere utilizzati per far rispettare una no fly zone sulla Siria stessa.
La NATO ha precedentemente distribuito batterie Patriot lungo il confine Turco-siriano, insieme a un contingente di 1.200 soldati. Il governo siriano ha criticato il dispiegamento della NATO come una provocazione, e la Russia e l’Iran hanno ugualmente protestato.
Mosca sostiene che il dispiegamento di Patriot sia controproducente e potenzialmente illegale, dato che consegna le armi ad attori non governativi contro la volontà del governo di quel Paese e questa è una violazione del diritto internazionale. Tali mosse sono proibite dall’Onu (commercio di armi) e dalle linee guida dell’UE.
Lo scenario è alquanto ipocrita, perché mentre si parla di difesa dallo Stato Siriano guidato da Assad, dall’altra parte Stati Uniti, Israele e alleati locali (principalmente Turchia, Arabia Saudita e Qatar) lavorano per armare una parte dei belligeranti: spesso gruppi di terroristi islamici legati ad Al Quaeda.