Gli USA espandono la guerra globale dei droni

Creato il 30 luglio 2013 da Informazionescorretta

di: Thomas Gaist 

In quella che il Washington Post descrive come “la prossima fase della guerra dei droni,” l’amministrazione Obama è pronta ad “estendere le robuste reti di sorveglianza del Pentagono ben oltre le tradizionali e dichiarate zone di combattimento.” Secondo il Post, Washington dispiegherà la propria flotta di droni in nuove aree di tutto il mondo, dove gli aerei senza pilota saranno utilizzati per monitorare i trafficanti di droga, pirati e tutti gli “altri obiettivi che preoccupano i funzionari degli Stati Uniti.”

Il portavoce del Dipartimento della Difesa ha inoltre riferito che l’esercito è “impegnato ad aumentare” le attività dei droni in tutta l’Asia e il Pacifico. Il Post cita anche la Colombia come un teatro di guerra che probabilmente vedrà un maggiore uso di droni americani, anche se i droni statunitensi sono già stati impegnati in operazioni contro il “narco-terrorismo” in collaborazione con l’esercito colombiano.

“I droni di sorveglianza potrebbe davvero darci una mano e possono davvero allentare la pressione e l’usura su di alcuni dei nostri mezzi di aviazione con equipaggio,” ha riferito a marzo il  Generale della Marina John F. Kelly, capo del Comando Sud degli Stati Uniti.

Mentre Obama aveva dichiarato che “la marea della guerra si sta ritirando”, in realtà il governo degli Stati Uniti sta intensificando le operazioni militari in tutto il mondo. Negli ultimi dieci anni, il Pentagono ha messo insieme una flotta di centinaia di  ”veicoli aerei senza equipaggio” (UAV) di alta quota che ora svolgono missioni su base giornaliera, servendo gli obiettivi strategici dell’imperialismo USA. La serie dei droni “Predator” ha, da sola, effettuato almeno 80.000 sortite nelle aree di conflitto, tra cui l’Afghanistan, il Pakistan, la Bosnia, la Serbia, l’Iraq, lo Yemen, la Libia e la Somalia.

Nel loro articolo pubblicato nel 2013, “Quante guerre stanno ora combattendo gli Usa?”, Linda Bilmes della Harvard Kennedy School of Government e Michael Intriligator dell’ Università della California, Los Angeles, sostengono che gli Stati Uniti sono impegnati in almeno cinque guerre “non annunciate e non dichiarate”, combattute in larga misura con sistemi di armi robotiche.

Come  fa notare l’articolo dei due giornalisti, questi conflitti sono parte della lunga “tradizione delle molte precedenti incursioni segrete dei militari statunitensi”, tra cui quelle in Cile, Cuba, Nicaragua e in molti altri paesi. Le avanzate tecnologie militari hanno favorito una massiccia estensione di tali incursioni militari segrete, sostengono i due autori, aggiungendo che “l’emergere della guerra robotica sta permettendo agli Stati Uniti di essere coinvolti in altri conflitti in tutto il mondo.”

E ancora: “Oggi le operazioni militari degli Stati Uniti avvengono in decine di paesi in tutti i cinque continenti. L’esercito americano è il più grande locatore del mondo, con importanti strutture militari nelle nazioni di tutto il globo e con una significativa presenza in Bahrein, Gibuti, Turchia, Qatar, Arabia Saudita, Kuwait, Iraq, Afghanistan, Kosovo e  Kirghizistan, oltre alle basi da tempo stabilite in Germania, Giappone, Corea del Sud, Italia e Regno Unito “.

Inoltre, gli Stati Uniti hanno “un qualche tipo di presenza militare” in Colombia, Egitto, Iran, Giordania, Kazakistan, Libano, Oman, Pakistan, Filippine, Siria, Tagikistan, Turkmenistan, Emirati Arabi Uniti e Yemen.

Bilmes e Intriligator affermano che “l’invenzione di aerei robot controllati a distanza ha permesso agli Stati Uniti di ampliare notevolmente il numero degli attacchi segreti e non ufficiali che avvengono senza fornire informazioni al pubblico su come tali attacchi sono stati realizzati, come sono stati individuati i bersagli o quante persone sono rimaste uccise tra i civili innocenti “.

Le statistiche della New America Foundation mostrano che gli attacchi dei droni sono aumentati a un ritmo esponenziale. Il Pakistan era stato colpito solamente da nove attacchi dei droni nel periodo 2004-2007, aumentando poi a 118 nel il 2010.

Molte operazioni militari minori degli Stati Uniti in Africa e in Medio Oriente avvengono sempre più tramite l’utilizzo dei droni. L’ex comandante generale di AFRICOM, Carter Ham, ha dichiarato a febbraio che le sue forze richiedevano capacità di sorveglianza e ricognizione  per il continente 15 volte maggiori. I droni americani stanno già lanciando  sortite in tutto il Nord Africa e gli Stati Uniti gestiscono già basi droni in Gibuti, Etiopia e Seychelles.

Come parte della “Nomad Operation Shadow”, un programma di sorveglianza militare segreta degli Stati Uniti, l’esercito americano sta attualmente lanciando i droni dalla base aerea di Incirlik, in Turchia, per fornire sorveglianza all’esercito turco nella sua campagna contro il separatista Partito dei lavoratori curdi (PKK). I droni volano nel nord dell’Iraq per raccogliere i dati, che vengono poi trasmesso  ad Ankara per l’analisi.

Le operazioni dei droni stanno suscitando l’ostilità popolare in Turchia. Le proteste sono scoppiate nel 2012 in risposta a un attacco aereo da parte di piloti turchi, diretti da un drone statunitense, dove sono rimasti uccisi 34 civili. Il drone americano ha identificato in modo errato i civili come guerriglieri del PKK. Uno studio pubblicato giovedi dal Pew Research Center ha rilevato che l’82 per cento dei turchi si oppongono alla guerra globale dei droni dell’amministrazione di Obama.

In simultanea con le sue operazioni all’estero, l’amministrazione Obama sta incrementando i voli dei droni negli Stati Uniti. L’ONMS, Office of National Marine Sanctuaries, per esempio, ha acquistato droni Puma usati dalla Marina, che dovrebbero essere schierati al largo della costa di Los Angeles.

L’ONMS prevede di estendere l’utilizzo dei velicoli senza pilota in altri stati, tra cui Hawaii, Florida, e Washington. Un nuovo hangar per i droni, per una spesa complessiva di 100 milioni di dollari, è attualmente previsto a Fort Riley, Kansas, insieme a un nuovo hangar e campo di aviazione a Fort Hood, in Texas.

A pagare il prezzo più alto in questa guerra dei droni sono i civili. Secondo il BIJ, Bureau of Investigative Journalism, gli attacchi dei droni americani sono stati responsabili di almeno 3.500 morti, tra cui cittadini americani, che sono stati personalmente scelti per l’assassinio dal presidente Obama. La BIJ sostiene che sono almeno 555 i civili uccisi confermati, in opposizione alla pretesa della senatrice Dianne Feinstein, secondo cui le vittime civili non arrivano ad una  ”doppia cifra.”

Alcune stime del governo pakistano, in un documento interno trapelato di recente intitolato ““Details of Attacks by NATO Forces/Predators in FATA,”, mostrano che almeno 147 delle 746 persone uccise dai droni statunitensi tra il 2006 e il 2009 erano civili e 94 erano bambini. Un rapporto pubblicato lo scorso anno dalla facoltà di  legge della New York University e Standford ha rilevato che per ogni “ribelle” confermato che viene eliminato dagli attacchi, 50 civili restano uccisi.

L’amministrazione Obama, come il Post ha osservato, ha “imposto un ampio cono di silenzio sui suoi programmi sull’uso dei droni in tutto il mondo”, operando sulla base della segretezza e sull’ emissione di leggi segrete e decreti per istituzionalizzare gli assasini mirati  a scala planetaria.

Nel mese di maggio, Obama ha tenuto un discorso in strenua difesa del suo uso degli attacchi tramite droni, annunciando la codifica di politiche sui droni della sua amministrazione in un nuovo documento di  ”Orientamento della Politica Presidenziale” . Obama ha affermato che: “Lo stesso progresso umano che ci offre la tecnologia per colpire dall’altra parte del mondo esige anche la disciplina per limitare tale potere-o rischio di abusarne. Ecco perché, nel corso degli ultimi quattro anni, la mia amministrazione ha lavorato con determinazione per creare un quadro che governi il nostro uso della forza contro i terroristi-insistendo su linee guida chiare, supervisione e la responsabilità che è ora codificata nel  Presidential Policy Guidance che ho firmato ieri. ”

Il documento di orientamento della politica presidenziale (PPG)  è una delle 20 più segreti direttive politiche presidenziali (PPD) promulgate dall’amministrazione Obama e sottratte alla vista del pubblico. Secondo www.allgov.com , un PPD è una “dichiarazione del Presidente rivolta al ramo esecutivo”, che “diventa parte del particolare quadro giuridico che si sviluppa attorno qualsiasi statuto o programma.”

Il PPG istituzionalizza e fornisce una falsa parvenza di legalità alla campagna mondiale di omicidi mirati. Quello che Obama presenta come un vincolo per il potere è, in realtà, una misura che mette a nudo ogni persona sul pianeta del loro diritto a non essere arbitrariamente uccisa  col permesso dei funzionari statali statunitensi.

La guerra  globale dei droni è uno strumento primario della politica estera degli Stati Uniti. Viene combattuta, sotto il fraudolento manto della “guerra globale al terrorismo”, non per difendere gli Stati Uniti contro i terroristi, ma come parte di un espansiva agenda militarista che mira a consolidare la posizione, in erosione, di dominio strategico dell’imperialismo americano.

LINK: US expands global drone warfare

DI: Informazione Scorretta


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :