La situazione “imprevedibile” e “instabile” ha spinto il dipartimento di Stato degli Stati Uniti a diramare una nota che “raccomanda a tutti i concittadini di essere estremamente prudenti e di lasciare immediatamente la Libia”.
Nello stesso comunicato Washington sottolinea il rischio concreto di “rapimento, attacchi e uccisioni mirate” ai danni dei cittadini statunitensi.
Alla luce degli ultimi sviluppi politici, istituzionali e sul piano della sicurezza, ieri Washington ha fatto dispiegare nei pressi delle coste libiche una nave d’assalto con un bordo un migliaio di elementi dei Marines, pronti a procedere all’eventuale evacuazione dell’ambasciata di Tripoli.
Ieri a lanciare una minaccia diretta agli Stati Uniti, accusati di “aver trascinato la Libia nella guerra e in un bagno di sangue”, è stato Mohammed al Zahawi.
Il leader del gruppo estremista Ansar al Sharia ha puntato il dito contro Washington, che starebbe sostenendo il generale a riposo Khalifa Haftar, alla guida di un’operazione contro “elementi terroristi” attivi in Libia.
Il capo di Ansar al Sharia ha avvertito gli Stati Uniti “del rischio intercorso in caso di nuova ingerenza interna (…) per la quale potrebbero subire una sorte peggiore rispetto a quella patita in Somalia, Iraq e Afghanistan”.
A Haftar è stato invece ordinato di “fermare la sua campagna militare” per non scatenare una reazione dei combattenti di tutta la regione.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
ndr.) Nella foto in alto Mohammed al Zahawi, leader di Ansar al Sharia.