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Gli...della Domenica: José Saramago

Creato il 12 agosto 2012 da Helldoom @AttianeseDom
Gli...della Domenica: José SaramagoIl post non è saltato, no, ma è ritardato. In questi giorni io e il mio pc non siamo sempre sotto lo stesso tetto, e con l'ipad gli spazi non esistono. Ergo dovevo attendere di raggiungere il pc per postare.
José Saramago,scrittore, poeta, drammaturgo e giornalista portoghese, premio Nobel per la letteratura. Che dire di più? Ci ha lasciato nel 2010 uno dei più grandi romanzieri del 900, Nobel per la letterature è riuscito a rendere il Fantastico digeribile per i critici "gne gne gne" e già solo per questo meriterebbe di essere lodato per sempre.
Uno dei miei preferiti, amo il suo stile di scrittura e quindi vi lascio con qualcosa di suo.

  • Dimentichiamo troppo spesso che gli uomini sono fatti di carne facilmente rassegnata. È dall'infanzia che i maestri ci parlano di martiri, che diedero esempi di civiltà e di morale a loro spese, ma non ci dicono quanto doloroso fu il martirio, la tortura. Tutto rimane in astratto, filtrato come se guardassimo, a Roma, la scena attraverso spesse pareti di vetro che ammortizzano i suoni, e le immagini perdessero la violenza del gesto per opera, grazia e potere di rifrazione. E allora possiamo dirci tranquillamente l'un l'altro che Giordano Bruno fu bruciato. Se gridò, non lo sentiamo. E se non lo sentiamo, dove sta il dolore?
  • Ma gridò, amici miei. E continua a gridare.
  • Ho imparato in questo mestiere che chi comanda non solo non si ferma davanti a ciò che noi definiamo assurdità, ma se ne serve per intorpidire le coscienze e annullare la ragione. (da Saggio sulla lucidità)
  • Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito. 
  • [Su Silvio Berlusconi] Non vedo quale altro nome potrei dargli. Una cosa pericolosamente simile a un essere umano, una cosa che dà feste, organizza orge e comanda un paese chiamato Italia. Questa cosa, questa malattia, questo virus minaccia di essere la causa della morte del paese di Verdi se un vomito profondo non riesce a strapparlo dalla coscienza degli italiani prima che il veleno finisca per corrodergli le vene e distruggere il cuore di una delle più ricche culture europee. (da La cosa Berlusconi, El País, 7 giugno 2009; citato ne il manifesto, 8 giugno 2009, p. 2)
  • La fine del ventesimo secolo ha visto scomparire il colonialismo, mentre si ricomponeva un nuovo impero coloniale. Nel territorio degli Stati Uniti non c'è nessuna base militare straniera, mentre ci sono basi militari statunitensi in tutto il mondo.
  • Per me il titolo contiene tutta quanta l'idea del libro. Per questo ho sempre trovato i titoli prima di cominciare a scrivere. Anche se questo non significa che abbia già un piano compiuto del romanzo.
  • Penso che per gli studenti sarebbe molto meglio partire dalla contemporaneità. Si rimane sempre indietro di un secolo, nella scuola si vive come dentro una specie di capsula senza collegamento con il tempo presente, mancano i nessi. (Sempre sostenuto anche io, pura saggezza)

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