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#Glocal14: “Instagram per il giornalismo”

Creato il 17 novembre 2014 da Pedroelrey

I numeri dicono che Insta­gram è uno dei mag­giori tassi di cre­scita, anche in Ita­lia dove da gen­naio a luglio di quest’anno ha visto aumen­tare gli utenti attivi di un milione di unità (secondo i dati Audi­web). In par­ti­co­lare uno degli ele­menti che col­pi­sce di più guar­dando i dati rela­tivi a que­sta piat­ta­forma è che l’87 % degli utenti attivi sia com­preso nella fascia di età dai 17 ai 34 anni: ovvero pro­prio la fascia di età con la quale le testate gior­na­li­sti­che tra­di­zio­nali hanno mag­giore dif­fi­coltà a cat­tu­rare l’attenzione.

Que­sta però non è l’unica par­ti­co­la­rità di que­sta piat­ta­forma: l’altra carat­te­ri­stica è che la dif­fe­ren­zia della mag­gior parte degli altri social (Face­book, Twit­ter per citarne due a caso, o Pin­te­rest per dirne un altro) è che nei post non è pos­si­bile met­tere link attivi nei post (l’unico link attivo è quello del pro­filo), pos­sono essere messe hash­tag e men­tion, che riman­dano ad argo­menti e utenti all’interno della piat­ta­forma ma non col­le­ga­menti attivi che gene­rino traf­fico diretto a un arti­colo o la home page di una testata. È un aspetto che cam­bia com­ple­ta­mente e il para­digma con il quale viene uti­liz­zato dai gior­nali (e non solo) dove l’ossessione è far clic­care sul link con­di­viso e gene­rare traf­fico, con con­se­guente feno­meno dei click-bait (qua­lun­que cosa si intenda con que­sto ter­mine) e com­pa­gnia cantante.

Que­sto spiega per­ché spesso le testate gior­na­li­sti­che non sap­piano tro­vare l’approccio giu­sto a que­sta piat­ta­forma per ten­tare di sfrut­tarla al meglio, date un’occhiata agli account uffi­ciali dei mag­giori quo­ti­diani ita­liani. Per­ché allora uti­liz­zare Insta­gram se non si por­tano a casa miriadi di click? Una rispo­sta, molto sem­plice, sta nei numeri che citavo all’inizio: è un “luogo” dove sem­pre più per­sone si ritro­vano, inte­ra­gi­scono e con­di­vi­dono “cose” (belle, meno belle, intel­li­genti e meno intel­li­genti come molti altri luo­ghi di aggre­ga­zione a que­sto mondo). E per di più come già detto del pub­blico più gio­vane. Se vogliamo seguire il buon vec­chio detto “go where your audience goes” Insta­gram non può essere igno­rato. Il pro­blema e tro­vare un modo intel­li­gente di uti­liz­zarlo al meglio. Qui la strada è per forza spe­ri­men­tare. BBC News ad esem­pio si è inven­tata Insta­fax dove l’utilizzo della fun­zione video di Insta­gram (durata mas­sima 15 secondi) e del testo (che comun­que può con­te­nere fino a 2.200 bat­tute) è pen­sata per dare comun­que, nella sin­te­ti­cità del mezzo, una noti­zia nella sua completezza.

Di que­sti argo­menti e di molto altro abbiamo par­lato – il sot­to­scritto e Gian­piero Riva – nel work­shop “Insta­gram per il gior­na­li­smo” che si è tenuto sabato 15 novem­bre a Glocal14, in par­ti­co­lare Gian­piero che è uno dei punti di rife­ri­mento in Ita­lia per chi uti­lizza Insta­gram e più in gene­rale per chi vuole usare lo smart­phone per foto­gra­fare, ha dato diverse  “dritte” tec­ni­che credo dav­vero molto utili.

Qui del work­shop tro­vate le mie slide, quelle di Gian­piero e l’ottimo sto­rify rea­liz­zato dal social media team di Glo­cal.

Poi, come sem­pre, se avete domande o richie­ste di appro­fon­di­mento potete farle anche qui uti­liz­zando i com­menti o l’area com­mu­nity

[View the story “Insta­gram per il gior­na­li­smo ” on Sto­rify]

[imma­gine di coper­tina tratta da http://instagram.com/gettyreportage ]


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