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Glory glory Alex Ferguson

Creato il 05 novembre 2011 da Vivalafifa @WlaFifa

Le vere e proprie nozze d’argento sarebbero domani, ma le festeggeranno oggi nel match di campionato contro il Sunderland. Il matrimonio tra il Manchester United e il suo allenatore Alex Ferguson compie domani 25 anni. Un lasso di tempo nel quale il tecnico scozzese ha ridato lustro ai Red Devils e lasciato insegnamenti che il calcio italiano farebbe meglio ad annotarsi.

Glory glory Alex Ferguson

Alex Ferguson palleggia con Cristiano Ronaldo

Se in Italia un allenatore è sulla graticola dopo solo una partita, dalle parti di Manchester sono abituati a veder sedersi in panchina quello che all’apparenza sembra un tizio bonario. E che invece è un sergente di ferro. Chiedere a Beckham, che qualche anno fa negli spogliatoi si beccò da Ferguson una scarpata in faccia. Non a caso lo chiamano Hair Dryer, ‘asciuga capelli’, per l’abitudine di urlare in faccia ai giocatori quando le cose non girano per il verso giusto. Ma Ferguson non è solo un tecnico dalla incazzatura facile. Ci mancherebbe. Parliamo di un tecnico per certi versi visionario. Uno di quelli che ha importato fantasia e duttilità in un calcio inglese ancorato a schemi vecchi e logoro dopo i fasti dei decenni precedenti. Ha lanciato campioni del calibro di Ryan Giggs, Paul Scholes, Cristiano Ronaldo, David Beckham, Giuseppe Rossi, i fratelli Neville. Ha vinto 39 trofei in 25 anni. La Regina d’Inghilterra lo ha nominato baronetto. Attualmente è il terzo allenatore con più anni nella stessa squadra: davanti a lui ci sono David Calderhead (26 anni alla guida del Chelsea) e l’inarrivabile Guy Roux, 44 anni in sella alla formazione francese dell’Auxerre.

Glory glory Alex Ferguson

L'Aberdeen festeggia la conquista della Coppa coppe nel 1983. Ferguson è il primo in alto a destra

La storia di Ferguson al Manchester è iniziata il 6 novembre 1986, all’indomani della sconfitta rimediata da Red Devils in Coppa d’Inghilterra contro il Southampton. La dirigenza decise per il cambio e chiamò un tecnico scozzese che in Patria aveva fatto meraviglie. Eh sì, Ferguson non era uno sprovveduto quando arrivò all’Old Trafford, ma un allenatore che aveva portato l’Aberdeen alla conquista della scena nazionale ed europea. Su quella panchina, tra il 1978 e il 1986, vince tre campionai di Scozia, tre Coppe nazionali, la Coppa delle coppe battendo nientemeno che il Real Madrid e la Supercoppa Europea. Prima di arrivare a Manchester, guidò anche la nazionale scozzese ai Mondiali del Messico, uscendo però al primo turno.

Nonostante il curriculum già importante, Ferguson ci mise un po’ ad imporre idee e mentalità vincenti. Il primo titolo, la Coppa d’Inghilterra, arriverà tre anni e mezzo dopo, nel 1990. Troppi, per l’Italia: nel nostro campionato, uno così lo avrebbero fatto fuori dopo un anno. Da noi manca la pazienza. A Manchester hanno aspettato e da 21 anni si godono i risultati. E anche i suoi show contro la stampa. Per sette anni non ha rivolto la parola alla Bbc, rea di aver messo in discussione il ruolo del figlio Jason, procuratore sportivo, nelle questioni interne del club. Per non parlare degli attacchi frequenti e tattici che scaglia contro gli arbitri. Uno così, come detto, non si sa quanta strada farebbe in Italia. Gli verrebbero continuamente rinfacciate le fortune avute, soprattutto in Champions League. Le due finali vinte su quattro disputate sono state caratterizzate da un robusto intervento della dea bendata. La prima volta nel 1999. Al Camp Nou di Barcellona, a due minuti dalla fine, il Bayern sta vincendo 1-0. C’è un calcio d’angolo per il Manchester, che si butta in avanti per un disperato tentativo di pareggiare. E pareggia, dopo una carambola in area. Un pugno nello stomaco. Il Bayern è attonito. E a un minuto dalla fine, ancora su angolo, prende il secondo gol. Il Manchester è campione d’Europa. Celebre il racconto del segretario della Uefa, Johansson: “Dalla tribuna d’onore, dovevo scendere giù in campo per consegnare la coppa. entrai in ascensore per premiare il Bayern, uscii per premiare il Manchester”.

Glory glory Alex Ferguson

La seconda nel 2008. A Mosca il Manchester ha di fronte il Chelsea, alla prima volta in una finale di Champions. Pareggio, supplementari, rigori. Quello che potrebbe dare la Coppa ai Blues tocca al capitano John Terry. Piove che Dio la manda, sullo stadio Luzhniki. Terry prende la rincorsa, ma scivola nel calciare il pallone, che esce. Un dramma. Il Manchester è ancora campione d’Europa, Terry un uomo distrutto. Ma nessuno si permette di rinfacciargli il fattore X. E non possiamo nemmeno noi, che in Italia dalla sua storia avremmo qualcosa da imparare, benché di tecnici bravi nel nostro Paese ne esistano. Glory glory, Sir Alex.



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