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Gluten free Dalila’s Cake per l’MTC n. 54

Creato il 20 febbraio 2016 da Soniaconte

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“Dal divoratore è uscito il cibo

e dal forte è uscito il dolce”

   Gdc 14,14b

 L’ispirazione non perdona, e la simpatica “coppia” di Burro e Miele ha dato talmente tanti di quegli spunti questo mese all’MTC per la sfida n.54,  che son tornata sui miei passi, sulla decisione, cioè, di non partecipare più alle sfide, causa lavoro, e … sono di nuovo qua…

La storia che mi accingo a raccontarvi, accadeva  nel periodo in cui gli Israeliti erano sotto il dominio dei Filistei,pare per punizione divina…ma Dio li rivolle, ad un certo punto, come popolo eletto. Dio, essendo in quel periodo un po’ attacca brighe, vedi Zeus (diciamo) voleva litigare con questi Filistei, anzi voleva distruggerli…Fu così che fece annunciare la nascita di un liberatore, Sansone. (Perchè mi senta un po’ Benigni, non lo so, ma andiamo avanti:)

Sansone fu un uomo giusto, fu giudice in Israele per venti anni, ma era predestinato ad una morte cruenta.

Sansone era stato consacrato a Dio sin dal grembo, unico caso di nazireo per tutta la vita, cioè avrebbe dovuto osservare un “codice comportamentale” che prevedeva, nella fattispecie, l’astinenza dal vino e dai cibi “impuri”e, in aggiunta, non avrebbe mai dovuto radersi i capelli, era lì, infatti, che risiedeva la sua forza sovrumana. Tra le prescrizioni, però, faceva eccezione la vita sentimentale: gli era concesso di prender moglie, anzi poteva frequentare tutte le donne che gli pareva. A dispetto della sua appartenenza al popolo Ebreo, si innamorava sempre delle donne straniere, con gran dispiacere di mamma e papà, costretti a combinar matrimoni coi Filistei…

La giurisprudenza dell’epoca,in campo matrimoniale, permetteva anche forme di matrimonio senza la necessaria coabitazione, e fu proprio un giorno, mentre tornava nella casa paterna, dopo aver fatto visita alla moglie, che un impeto divino lo fece deviare dal percorso e si trovò a combattere con un leone, su cui, grazie al cielo, ebbe la meglio. Il caso, oggi, avrebbe fatto discutere, ma lì nessuno vide, nessuno udì…fu quasi un’esercitazione “divina” in vista di future battaglie, ben più pesanti.

Sansone non ne aveva mai parlato con nessuno, neppure con mamma e papà… Nessuno, infatti, sapeva del leone, né di quello che Sansone trovò qualche giorno dopo, all’interno della carcassa di quella bestia feroce, e cioè un alveare pieno di api laboriose e tanto di quel miele che Sansone poté riempirsi le mani e offrirne anche ai suoi genitori,  senza rivelare la provenienza di quel alimento così prezioso.

Perciò, appena ne ebbe l’occasione, ed essendo sprovvisto di doni per le sue nuove nozze, pensò bene di trarre spunto da quel episodio per formulare un indovinello da sottoporre a trenta Filistei: “Dal divoratore è uscito il cibo e dal forte è uscito il dolce”. Ciascuno di loro gli avrebbe donato un abito se, al tramonto, non fossero riusciti a trovare la soluzione.             Al contrario, sarebbe stato lui a pagar pegno.

I Filistei, molto furbi, fecero leva sulla futura moglie di Sansone, minacciandola di morte, se non avesse estorto il segreto al marito. La donna si fece rivelare il segreto e lo riferì ai Filistei, popolo cui peraltro apparteneva. Così Sansone fu costretto ad uccidere trenta uomini,togliere loro i vestiti e offrirli in pegno ai trenta Filistei che erano riusciti a rispondere, con l’inganno, all’indovinello: cosa c’è di più forte di un leone? Cosa c’è di più dolce del miele?

Ripudiata quella moglie, Sansone si innamorò nuovamente, questa volta la donna in questione è chiamata per nome (neppure della madre di Sansone la Bibbia riporta il nome,ma di questa donna,si), Dalila.  I Filistei, però, volevano mettere Sansone nella condizione di non nuocere più,e a tale scopo dovevano riuscire a conoscere il segreto della sua forza sovrumana per poterlo sconfiggere.

Conosciamo tutti la fine di questa storia d’amore…Sansone amava tanto Dalila, che dopo ripetute insistenze della donna, le rivelò il segreto della sua forza, i capelli.

Venduto questo segreto ai Filistei per una lauta ricompensa, fu lei stessa a provvedere alla rasatura della virile chioma, consegnando Sansone al suo destino (ignara del fatto che Sansone era nato proprio per perire  insieme a tutti i Filistei).

Reso, poi, anche cieco e ridotto in schiavitù, un giorno fu slegato dalle catene per offrire uno spettacolo al popolo…intanto la chioma stava ricrescendo, la forza era tornata…gli bastò appoggiarsi alle colonne su cui si reggeva la reggia,  per distruggere la costruzione e far morire insieme a lui oltre tremila persone.

***

Spero che il racconto,tratto dal capitolo 14 del libro dei Giudici e ispiratomi da Erri De Luca in “Una nuvola come tappeto” vi abbia messo un po’ di appetito, perché adesso dovete sorbirvi la Torta di Dalila,  ispirata ad una ricetta della simpaticissima Melissa Clark e pubblicata sul NYT Cooking.

In questo post la ricetta ha subito  le mie variazioni sul tema, come sempre. Innanzitutto, non potevo presentarvi una torta senza nome, perciò ho pensato bene di chiamarla Gluten free Dalila’s Cake, in realtà è la

Torta al miele, con vino rosso e susine.

[Per motivi terapeutici ogni volta che realizzo una ricetta, devo reimpostarla sulle coordinate del gluten free]

Prosit!

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Ingredienti

400 g di preparato* per dolci senza glutine

2 g di polvere di zenzero

2 g di cannella

3 uova grandi

200 g di Olio e.v.o. km 0

250 g di Miele biologico di Acacia

150 g di Vino rosso secco

4 Susine rosse ben mature  per decorare

Foglioline di mentuccia

Miele d’acacia bio q.b. per far macerare la frutta

*contenente lievito, sale e zucchero.

Steps

  • Pre riscaldare il forno a 180 °C; imburrare e infarinare lo stampo.
  • In una ciotola capiente,unire la farina con le spezie;
  • In un’altra ciotola lavorare bene le tre uova con una frusta,aggiungere olio,miele e vino. Mescolare e versare sugli ingredienti secchi, lavorando fino ad ottenere un impasto omogeneo.
  • Versare nello stampo imburrato e cuocere per circa 45-50 minuti. Ultimata la cottura, trasferire su una teglia e lasciare raffreddare per almeno 20 minuti, prima di togliere dallo stampo.
  • Nel frattempo, lavare e affettare la frutta, trasferirla in una terrina e mescolarla con del miele  e delle foglioline di menta (oppure timo).Lasciare macerare almeno 30 minuti. Servire la torta con questa frutta.

Con questa ricetta partecipo alla sfida n.54

del MTC,

perché è come il miele!

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PS 1)Realizzare questo post è stato molto importante per me, mi ha permesso di staccare la spina e respirare a pieni polmoni. Ringrazio Alessandra e tutta la squadra del MTC!!! Ringrazio la mia amica Angelica, perché ha accettato di fotografare la mia torta dopo che la mia macchinetta fotografica ha avuto la peggio, essendo capitata tra le manine laboriose del mio piccolo ometto. 2)Set e ambientazione sono sempre mie, in particolare mi è piaciuto inserire anche questo scatto perché, essendo un pozzo, rimanda proprio al luogo intorno al quale nell’Antico Testamento, si “contrattava” il matrimonio. Anche i genitori di Sansone hanno contrattato per lui più volte davanti ad un pozzo.

 



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