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Gnazio, il pusher e un giorno di ordinaria vergogna

Creato il 31 marzo 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Gnazio, il pusher e un giorno di ordinaria vergognaSe dovessimo descrivere la giornata di ieri dovremmo far ricorso al dizionario dei contrari perché nel giro di pochissime ore, le pericolosissime, ormai, mezzeseghe che governano questa nazione di mentecatti, ci hanno dato la dimostrazione che alla vergogna non c’è mai fine. Una giornata di una pesantezza politica e istituzionale come difficilmente ci era capitato di assistere in passato e anche nel più recente presente. Il 30 marzo 2011 è iniziato a notte fonda, anzi, in interno/notte - Roma. L’insonne di Palazzo Grazioli si è messo a sfogliare su internet i siti del mercato immobiliare siciliano. L’obiettivo era chiaro: trovare casa a Lampedusa. Per la modica cifra di un milione e mezzo di euro ha scovato, pronta all’uso, Villa Due Palme che si affaccia sulla splendida Cala dei Francesi. Da buon testimonial del turismo in Italia, il presidente del consiglio ha pensato che in questo modo avrebbe potuto incentivare quello verso l’isola siciliana dopo il disastro degli sbarchi dei “clandestini” e, nello stesso tempo, offrire al suo amico Gheddafi una dependance segreta a quattro bracciate da Tripoli. Soddisfatto per l’acquisto, e contento di poter dire ai lampedusani che è uno di loro, Silvio se n’è andato a letto non prima di aver raccomandato a Paolino Bonaiuti di eseguire alla lettera i suoi ordini per la seduta della Camera a Montecitorio. Interno/giorno - Camera dei Deputati. Con un blitz, la maggioranza inverte l’ordine del giorno dei lavori. Non più la responsabilità civile dei giudici, come previsto, ma subito in discussione il processo breve perché in questo momento al Nano² interessa soprattutto far saltare l’insidioso “caso Mills”. Uno si chiede: ma perché proprio un processo che, apparentemente, sembra il più innocuo? La risposta è semplice, per due ragioni. La prima è che se, come sembra ormai assodato, Silvio dovesse risultare colpevole di corruzione, incorrerebbe nella pena dell’interdizione dai pubblici uffici e quindi addio alla presidenza del consiglio. La seconda è strettamente legata all’introduzione della norma “Paniz”, quella che prevede la prescrizione brevissima per gli incensurati. Una condanna, seppur in primo grado, non permetterebbe a Silvio di usufruirne e quindi, addio alla prescrizione del “processo Ruby”. Nell’aula di Montecitorio è scoppiato un putiferio. Precettati tutti i parlamentari, ministri compresi, e rabboniti i Responsabili con una prima nomina a ministro dell’indagato Saverio Romano, l’inversione dell’ordine del giorno dei lavori è stata una passeggiata e, mentre dai banchi dell’opposizione di alzavano urla e strepiti e chiamate a correo della Lega “giustizialista” solo nei confronti dei “negher”, Silvio stava volando calmo e placido verso Lampedusa, per l’occasione sgombrata dalla monnezza. Ovviamente, sull’isola erano stati fatti arrivare in piena notte i figuranti di Forum, Amici, Uomini e donne e quelli di Villa Sorriso attaccati alle flebo per cui, l’arrivo del presidente del consiglio è stato un trionfo. Dispersi i contestatori, al grido di “Silvio, Silvio”, Berlusconi ha iniziato ad arringare la folla promettendole di tutto: lo sgombero dell’isola in 60 ore, il premio Nobel per la pace, sgravi fiscali, un bonus per il pacchetto Mediaset Premium, un buono acquisto di 1000 euro per Mediashopping, la visita settimanale dell’intero gruppo delle Olgettine, un casinò e, dulcis in fundo, Danielona Santanché prossimo sindaco, tanto che De Rubeis c’è rimasto male pur sapendo che si trattava dell’ennesima balla. La ciliegina sulla torta: Villa Due Palme acquistata nella notte, immediatamente ribattezzata Villa Due Palle. Mentre Silvio continuava il suo show a Lampedusa incurante degli 11 profughi annegati nel mare di Sicilia, a Roma continuava in Parlamento la rissa e l’ennesimo sfregio alla Costituzione. Esterno/giorno – Piazza Montecitorio. Lo scandalo dell’inversione dell’ordine del giorno dei lavori era stato ormai annunciato da quasi tutte le tivvù. Il Pd e l’Idv avevano serrato le fila e chiamato la loro gente in piazza. La folla inferocita si era accalcata davanti all’ingresso di Montecitorio scandendo slogan per nulla accomodanti quando, ad un certo punto, è apparso Gnazio La Russa circondato dagli uomini della scorta. In quel momento si è scatenato il finimondo e alle urla hanno fatto seguito il tentativo di menarlo e il lancio di monetine proprio come a Bettino Craxi. Gnazio, si sa, quando c’è da menare le mani non si tira mai indietro e, anche in questo caso avrebbe voluto farlo se non fosse stato dissuaso dai suoi uomini. Incarognito, imbestialito, in preda alla collera più incontrollabile è rientrato in aula e...Interno/giorno – Montecitorio. Messosi davanti al microfono, ha iniziato ad insultare pesantemente l’opposizione, accusata di aver sobillato il popolo, dando la chiara impressione di non star bene di testa. Franceschini a quel punto ha creduto opportuno rispondergli e La Russa ha dato definitivamente di matto. Prima ha applaudito istericamente il povero capogruppo del Pd convinto di trovarsi di fronte un paziente del manicomio di Aversa in libera uscita, poi, al terzo richiamo del presidente della Camera ad assumere un atteggiamento più consono alle sue funzioni ministeriali, ha mandato platealmente Gianfranco Fini affanculo. Seduta sospesa, con Fini che raccomandava ai colleghi di Gnazio di farlo curare, e filmato in mano ai questori della Camera che dovranno decidere sulle sanzioni disciplinari da infliggere al ministro della difesa. Laconico il commento di Fabio Granata che La Russa lo conosce bene: “Evidentemente ha cambiato pusher”. Mentre accadeva tutto questo, sui banchi del Pd  Rosy Bindi stava animatamente discutendo con Massimo D’Alema. Il motivo della discussione era che la Bindi avrebbe voluto abbandonare l’aula in segno di protesta mentre D’Alema, che non sa che cazzo fare tutto il giorno, le ha risposto: “Che vuoi che gli vado a menare? Mi levo gli occhiali e vado...”. E questo personaggio è stato perfino presidente del consiglio con Kossiga a far da sostegno. Giornata da incubo, cari italiani, giornata da dimenticare se non fosse che oggi sarà peggio e domani ancora di più. A questo punto non resterebbe altro da fare che seguire la proposta di un altro Ignazio, che però si chiama Marino: “Dimettiamoci tutti in blocco”. Non ci va di citarci ma noi lo abbiamo detto più di un mese fa. L’unica soluzione è andersene per mettere il presidente Napolitano nelle condizioni di sciogliere questo parlamento di golpisti. E poi le diarie? E le indennità di commissione? E le ritenute sugli stipendi? E la perdita dei privilegi? E l’ingresso gratis allo stadio e al cinema? E i biglietti aerei gratis? Sembra facile rinunciare a tutto questo ben di dio, ma mica lo è.

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