La rete è come un immenso cimitero, dove puoi trovare cose che credevi perse per sempre, poesie, pensieri, altri tasselli che si aggiunge alla memoria per raccontare quel vissuto, quelle sensazioni che si credevano persi, parole, che riemergono dal tempo e che grazie a internet forse sono destinate a diventare immortali, come i rottami spersi nello spazio infinito.
Le litanie di De Sade.
Uomini e donne,
come carne da macello, povere bestie che vanno meste alla monta.
Chi sarà mai che ha detto mai che si deve morire?
E dunque?
V’è forse quindi morte più bella
che affogare tra la saliva nauseabonda delle tue labbra?
V’è forse dunque morte più agognata
che soffocare tra i tuoi smisurati seni?
E’ così dunque essenziale, la nostra presenza in quest’assurdo mondo in quanto a bestie da circo?
E allora che venga pure la Morte,
a noi esseri eletti non può importare.
Uomini e donne come bizzarre comparse nell’immenso circo della vita, eccoci qui come giocolieri e bari, mantenuti e puttane, ladri e assassini, santi e madonne.
Signori vengano pure avanti che c’è posto per tutti qui sul palco,
ognuno è attore di sé, ognuno è la caricatura di sé.
Ma è poi così essenziale,
la nostra presenza in quest’assurdo mondo,
in quanto a bestie da circo e carne da macello ?
E allora ?
Che venga pure la Morte,
a noi esseri eletti non può importare.
Uomini e donne,
avvinghiati come in assurdi amplessi,
intenti solo a ricercar piacere,
ma v’è dunque deliziare più sublime
del tormento della carne,
v’è allora appagamento più grande
che l’estasi del desiderio?
Chi sarà mai chi ha detto che si deve morire ?
E se dunque?
Che venga pure la Morte, a noi esseri eletti, non può più importare.
1983 Genova.
RVassallo.