di Beniamino Franceschini
dal blog del MOVIMENTO PER IL SOCIALISMO EUROPEO, 05 ottobre 2012
Quanto segue è parte di una serie di articoli nella quale cercheremo di tracciare una brevissima e – ahimè – incompleta storia del socialismo europeo, con particolare attenzione all’evoluzione della teoria socialdemocratica e liberalsocialista.
Il primo paradigma dell’incontro tra liberalismo e socialismo, la cui più evidente immagine è l’avvicinamento tra libero mercato e presenza attiva dello Stato – quanto Pellicani definisce «il compromesso socialdemocratico» – è senza dubbio la Gran Bretagna. Già nell’Ottocento, alcuni pensatori e politici pienamente inseriti nel contesto del liberalismo classico, ma non nel senso dell’old whig citato da Von Hayek, cominciarono a intravedere la necessità di considerare in modo più diretto le problematiche sociali e del lavoro. I riferimenti, in questo caso, sono alle opere di Mill, alle soluzioni razionali dello Stato di Hobhouse, all’imprescindibile legame tra emancipazione collettiva e libertà individuale di Hill Green, alle elaborazioni di Wells, Webb e Shaw. A riguardo, la Società Fabiana (1884), sebbene con i propri evidenti limiti, ebbe il merito di proporre la necessità di sottrarre la terra e il capitale «dalla proprietà individuale o di classe […] trasfer[endoli] alla comunità nell’interesse generale», pur rifiutando le teorie marxiste della rivoluzione violenta e della fine fatalistica del capitalismo. Leggi l’articolo completo →