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“god is her deejay”

Creato il 08 aprile 2013 da Fasterboy
“GOD IS HER DEEJAY”

Con la mostra “God is Her Deejay” la Dorothy Circus Gallery richiama ancora una volta l’attenzione del suo pubblico verso il linguaggio femminile, capace di interpretare in tutti i campi dell’arte i sentimenti più profondi, talvolta seducendo e talvolta scioccando.

Poster_god is her deejay Graphic Design: Valentina Antelmi
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“GOD IS HER DEEJAY”

Con la mostra “God is Her Deejay” la Dorothy Circus Gallery richiama ancora una volta l’attenzione del suo pubblico verso il linguaggio femminile, capace di interpretare in tutti i campi dell’arte i sentimenti più profondi, talvolta seducendo e talvolta scioccando.

Poster “GOD IS HER DEEJAY” Graphic Design: Valentina Antelmi

Con la mostra “God is Her Deejay” la Dorothy Circus Gallery richiama ancora una volta l’attenzione del suo pubblico verso il linguaggio femminile, capace di interpretare in tutti i campi dell’arte i sentimenti più profondi, talvolta seducendo e talvolta scioccando.
Gli artisti selezionati per questa mostra: Sas e Colin Christian, Afarin Sajedi e Francesca Romana Di Nunzio, hanno provenienze ed origini culturali molto diverse, eppure le loro opere hanno un elemento in comune: la donna, costantemente musa ed icona della loro arte. I personaggi femminili rappresentati sono extraterrestri:
le donne dipinte da Afarin Sajedi sono simili ad angeli, dotati di forte pazienza, profondo sacrificio e perdono.
Le sculture di Francesca Romana Di Nunzio, come divinità egizie, sottolineano il legame con la madre terra e con le sue creature, ci invitano a guardare gli animali come a nostri simili.
I personaggi di Colin e Sas Christian esprimono attraverso un linguaggio estremamente moderno, quasi elettronico, la forza irresistibile della bellezza, più di tutte capace di sedurre e le loro fanciulle iridescenti sembrano essere scese sulla terra da mondi alieni per conquistare, stupire e ammaliare.
Un moderno Dio aleggia nell’aria, gioca con le nostre vite, scegliendo i suoi messaggeri, e così l’Arte continua ad emozionare, e a insegnarci come trovare la grandezza dentro di noi, attraverso
gli iperrealistici occhi in lacrime dipinti sulle tele di Sas Christian, mentre le gigantesche bambole tridimensionali in vetroresina di Colin Christian escono fuori dalle pareti osservandoci come Sfingi truccate da Barbie. Perfino nel profondo e triste eco di solitudine e
di morte, possiamo sentire la sinfonia di speranza e rinascita della terra, sussurrata dai pulsanti pesci umanoidi di Francesca Romana Di Nunzio e urlate dalle bocche chiuse di Afarin Sajedi.


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