Questa settimana ho seguito un po' la vicenda di #coglioneNo e relativo strascico polemico.
This week I followed a little the story of #coglioneNo and its controversial aftermath.Per chi non sapesse: il collettivo Zero ha realizzato una campagna, composta da 3 video, a favore di chi lavora in ambito creativo, dal titolo #coglioneNo, e li ha messi su youtube. La campagna si rivolge innanzitutto ai datori di lavoro che commissionano lavori (grafici, di copyright, web design, ecc.) per poi pagarli non con volgare moneta sonante ma con allettante visibilità; e in secondo luogo ai creativi, invitandoli a non accettare collaborazioni non retribuite. Naturalmente ha subito preso fuoco una discussione incandescente a proposito di questi figli di papà che bivaccano tutto il giorno e si fanno chiamare "creativi" e poi sul fatto che ora che il video è diventato virale, i ragazzi di Zero sono "famosi" e quindi nessuno gli chiederà più di lavorare gratis, ma bisogna fare una cosa "straordinaria" come hanno fatto loro, ecc.
Ciò che penso di tutto ciò si potrebbe sintetizzare in un'enorme freccia che riporta al mio post precedente. Però poi ho letto questo articolo e - non so voi - ma io ci vedo un nesso. Dunque: Abdul Aziz al Otaibi scatta una foto e la mette su Instagram. La foto "esplode" sui social e tutti pensano che sia un orfano siriano addormentato tra le tombe dei suoi genitori. Tutto falso: il bambino non è orfano, è il nipote del fotografo, non sono tombe, ma cumuli di terra e sassi, l'immagine non è stata ripresa in Siria ma in Arabia Saudita e fa parte di un progetto artistico dell'autore.
Ecco questi i fatti. In Italia si è subito usato il termine " bufala ", all'estero si è semplicemente riportata la notizia. In Italia si sente subito odore di presa in giro. Siamo talmente portati a pensare alla mala fede che non c'è neppure il beneficio del dubbio di fronte a qualcosa che cerca di andare oltre. Meglio passare ore a commentare su blog di altri il pensiero di altri ancora piuttosto che mettersi in gioco. Poi ci stupiamo che le persone creative - non chiamiamoli "creativi" dai, che non vuol dire niente! - stiano altrove.
What I think about the question could be summed up in a huge arrow back to my previouspost. But then I read this article - I don't know if you think the same - but I see a connection. So: Abdul Aziz al-Otaibi takes a photo and put it on Instagram. The picture "explodes" on social networks and everyone thought it was a Syrian orphan asleep among the graves of his parents. All false: the child is not orphan, he's the nephew of the photographer, they're not tombs, but heaps of earth and stones, the picture was not taken in Syria but in Saudi Arabia and is part of an art project's author.
There are the facts. In Italy,the term "spoof" is immediately used, abroad they have simply reported the news. In Italy we immediately feel the smell of teasing. We are so inclined to think of the bad faith that there is not even the benefit of the doubt in confront of something that tries to go forward. Better to spend hours commenting on other blogs the thoughts of other people rather than get involved. Then we are surprised that creative people - don't call them"creative" come on, it doesn't mean anything! - ere elsewhere.