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Godaizer (2011)

Creato il 04 gennaio 2013 da Mcnab75
Godaizer (2011)

Godaizer (poster)

Chi ha dai trenta ai quarant’anni ci è passato dritto in mezzo. Mi riferisco all’epoca dei robottoni, soprattutto quelli creati dal genio di Go Nagai, il papà dei Mazinga, di Goldrake, di Jeeg e di tanti altri.
Cartoni animati – sì, una volta si chiamavano così – che tra gli anni ’70 e gli ’80 hanno cresciuto un’intera generazione di ragazzini, abituandoli a volare con la fantasia e a conoscere un mondo, quello nipponico, che era precluso all’Italia fin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Mazinga (il mio preferito) e soci non erano né banali né infantili. Se rivisti ancora oggi, ingenuità a parte, è facile notare il taglio adulto delle storie, fatte di sacrificio, di sentimenti, con personaggi spesso ambigui, spigolosi, assai diversi dai supereroi della Golden Age che furoreggiavano dall’altro lato del Pacifico.
Ci sarebbe anche molto da discutere sulle minacce che i robot giganti si trovavano ad affrontare. Antiche civiltà risorte dalle ceneri, con gerarchie fascistoidi, ma non avulse da un certo senso dell’onore. Invasori spaziali che si portavano appresso la minaccia nucleare, ovvio e lecito spauracchio per i giapponesi. La distinzione tra bene e male era spesso più sottile di quanto poteva sembrare a una prima, distratta analisi.

Molte parole sono state spese su quel periodo e anche sugli effetti del suo impatto su una generazione intera di bambini italiani. Cresciuti bene, dico io.
Subito dopo sono arrivati anche tutti gli altri anime, via via migliorando nei disegni e variando enormemente generi e contenuti. Ma io non sono un grande esperto di animazione nipponica, quindi evito di sproloquiare.
Quel che rimane ora sono i trenta-quarantenni citati a inizio post, spesso fin troppo nostalgici del tempo che fu. Non a caso esiste un fiorente mercato di modellini, action figures e fumetti relativi ai robottoni degli anni ’80. Molti addetti al settore, fiutando l’affare, hanno proposto diverse attualizzazioni di titoli storici, come Mazinga. I risultati sono stati altalenanti, anche se qualcosa di buono si è pur visto. Penso per esempio a Mazinkaiser, che a me non è dispiaciuto affatto.

Godaizer (2011)

Il mostro alieno (poster).

C’è poi chi, come Hillary Yeo, ha realizzato un cortometraggio che vuole essere un sentito, amorevole omaggio all’epoca d’oro dei robottoni nagaiani.
Sto parlando di Godaizer, uno short movie di 20 minuti, guardabile gratuitamente sul sito ufficiale del progetto. La storia è presto detta: anni dopo aver contribuito a respingere un’invasione di mostri alieni, il robot gigante Godaizer è abbandonato in un magazzino, ignorato da tutti e ritenuto troppo costoso per essere mantenuto in attività. Tuttavia un giorno, quando un mostro alieno segretamente tenuto prigioniero dall’esercito riesce a fuggire dal laboratorio in cui è custodito, Godaizer avrà di nuovo modo di tornare utile.
Il corto è godibile, lascia parlare le immagini, le suggestioni, non i protagonisti. Soprattutto nei primi minuti si percepisce la nostalgia per quegli anni ’70 e ’80 che tanti di noi ricordano ancora con sincero affetto.
Non mi resta altro da fare se non consigliarvi di vedere il cortometraggio (per i più pigri, il link esatto è questo). Poi magari ne riparliamo.
E nel mentre aspettiamo Pacific Rim.

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