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Su quel tavolo ci potresti appoggiare i trenini, il panno del Subbuteo, il presepe. Invece, delizia, posano membra una Berkel con l’anima, un prosciutto accarezzato da una morsa, un’astronave di formaggi. Alle spalle, ma di fronte rispetto all’avventore, Chiara affetta, Andrea dirige. Mentre il Grande Capo si affaccia ogni tanto: monitora.
Aperto da poco più di una settimana, il Gnocchi Kitchen Bar, dépendance del bistellato Agli Amici, ospita due Ispettori del Benessere friulano. E li coccola mica male, pur così giovane, a un’ora insolita, a pranzo, quando tutto deve ancora cominciare.
Il menù non è solo di gnocchi (di Godia) così come da tam-tam. Apertura – è un pranzo di lavoro, concentratevi – con baccalà mantecato su pane Paradiso («Lo facciamo fare», dice Andrea senza svelare). Clou con gnocchi e fonduta di formaggi che spuntano da un fornetto a fianco delle cantinette, inscatolati in un vasetto antico. Atterraggio su mini-degustazione di formaggio…a un certo punto cala dall’alto il lidrìc di mont: ovazione.
Ma si sarebbe potuto viaggiare su zuppa d’inverno e musetto di razza Mangalica (Pannonia!), agrodolce e melanzane al pomodoro e cedro, cotto (quello della morsa) e San Daniele (quello della Berkel). Accompagnano baccalà-gnocchi-formaggio il Friulano di Butussi e lo Schioppettino di Ronco Severo. Tanta roba per essere a pranzo, il giusto per gli Ispettori. Che apprezzano e ringraziano, diffondendo una sintesi: semplicità, rapidità, gentilezza, innovazione minimalista (anche nel caffè, verificate), trasparenza (letterale, c’è del vetro tra te e il cibo), familiarità. Come essere a casa. In the kitchen. Raramente così bene in così poco tempo.