Magazine Cultura
Ciao a tutti!
Chiedo venia per il ritardo nel pubblicare questo post ma questo weekend è stato decisamente provante e di tempo per il blog non ne ho avuto per niente....
Ma veniamo al succo. Come anticipavo giovedì, quest'anno il Gods Of Metal è stato diverso dal solito, per tutta una serie di cause che nel bene o nel male hanno portato alcuni cambiamenti.... Il primo di questi fattori sicuramente è la data; solitamente la manifestazione si svolge in 2 o, come l'anno scorso, 3 giorni, mentre quest'anno è stato a data unica; in più, a differenza delle precedenti edizioni, la data in questione era infrasettimanale, cosa che purtoppo porta come conseguenza una riduzione di pubblico non indifferente. L'affluenza infatti era decisamente in calo, soprattutto in relazione allo spazio disponibile.
Anche la location purtroppo non ha giovato, perchè, sempre per tornare sull'argomento della scarsa cultura da festival che c'è nel nostro paese, e di cui parlava il buon Massi qualche giorno fa, non si può, dico io, pensare di organizzare un festival che dura dalla mattina fino a tarda sera in un posto come l'arena concerti della fiera di Rho. Per chi non conoscesse il posto, la fiera di Rho è uno dei poli fieristici più grossi d'italia, il che è cosa buona e giusta se si pensa di portare migliaia di persone, perchè lo spazio è davvero enorme; il problema però è che, essendo un luogo utilizzato per fiere industriali e commerciali, non c'è nemmeno l'ombra di un po' di erba su cui buttare una salvietta o semplicemente sdraiarsi, e finchè si deve stare in piedi per 2-3 ore di concerto può andar bene, ma quando ci devi stare tutta la giornata la cosa si fa decisamente pesante, il che porta altre perdite in termini di affluenza (giusto per fare un esempio, nel 2009 il Gods era allo stadio Brianteo di Monza, e allo show finale degli Slipknot c'erano qualcosa come 35.000 persone, mentre quest'anno si è arrivati a malapena alle 10.000).
Di contro, fortunatamente, il popolo dei metallari non è di certo di quelli che desistono, e quindi il calo di pubblico è da imputare non tanto alla location quanto principalmente al fatto che la manifestazione fosse infrasettimanale e al fatto, non da trascurare, che soltanto 3 giorni dopo a Bologna c'è stato per la prima volta in Italia il Sonisphere Festival, 2 date con nomi decisamente interessanti come Iron Maiden, Linkin Park, My Chemical Romance, Slipknot, Motorhead, Alter Bridge, Papa Roach e chi più ne ha più ne metta....
Bene, mettiamo da parte i discorsi organizzativi e passiamo alla giornata vera e propria.... Le previsioni meteo non erano delle migliori, e a dire la verità neanche le premesse mattutine, visto il cielo decisamente coperto intorno alle 9.30. Fuori dai cancelli la gente non è moltissima; come spesso accade, la folla arriva più tardi, quando i nomi si fanno più importanti. Si sentono le ultime prove generali dell'impianto, tutto pronto, alle 10.30 i cancelli si aprono e si può finalmente entrare, e qualcuno comincia a posizionarsi sotto il palco (singolo quest'anno, a differenza degli anni precedenti in cui i palchi erano 2), ma il più della gente si riversa subito al gazebo del merchandise o a quelli delle cucine, e siccome si parla di metallari l'odore di panino con la salamella e birra si fa immediatamente strada nell'etere nonostante l'ora.... I primi a calcare le assi del palco sono gli statunitensi Baptized In Blood, gruppo di trash metal che fa decisamente la sua porca figura, anche se lo show dura poco più di 20 minuti. Una piccola pausa per cambiare le strumentazioni ed è la volta di Cavalera Consipiracy, la band fondata da Max Cavalera, fondatore ed ex membro dei Sepultura e membro dei Soulfly, e il fratello Igor. Anche i Cavalera Conspiracy si occupano di Trash Metal, e anche loro non durano più di 20-25 minuti; altra pausa ed è già ora di vedere delle star, perchè a salire sul palco sono i Duff McKagan's Loaded, band fondata dall'ex Guns N'Roses e che si propone di fare del punk rock che, a dire la verità, non entusiasma per niente. Duff e soci ci provano con qualche canzone loro, senza ottenere molto successo, visto che la voce di Duff è tutto tranne che piacevole da ascoltare, il chitarrista sembra davvero non avere idea di come piazzare le dita su quel manico e in più la presenza di due bassi è anomala quanto controproducente. Per terminare l'esibizione i quattro provano con "Attitude" e "So fine" a suscitare un po' di nostalgia di quei 5 che hanno shockato il mondo del rock ormai più di 20 anni fa', ma il risultato è pessimo, non tanto per "Attitude", ma sentire "So fine" eseguita così male per un gunner come me equivale a un insulto.... Posso tranquillamente affermare che l'esibizione dei Loaded è stato il punto più basso di questo Gods Of Metal....
Fortunatamente la faccenda ora comincia a farsi interessante, alle orecchie quanto agli occhi di noi maschietti, visto che sul palco salgono gli Epica! La formazione olandese capitanata da quel gran pezzo di figliola di Simone Simons è la prima a scuotere davvero il pubblico, che ora comincia ad accorparsi davanti al palco per ascoltare il loro ottimo Symphonic Metal; nonostante qualche problemino con i microfoni iniziano a scrosciare i primi grossi applausi e quindi potete far partire il primo filmato, signore e signori.... Gli EPICA!
Ora l'atmosfera si è scaldata, in tutti i sensi visto che il sole ha deciso di farci visita, e dopo gli Epica si prosegue sulla strada del Symphonic Metal, virando leggermente verso atmosfere più cupe, da film horror, e infatti stanno per salire sul palco i vampiri del metal internazionale, i Cradle Of Filth, che, sfidando la temperatura decisamente estiva, salgono sul palco vestiti di pelle e, ovviamente, truccati.... Nonostante l'orario non sia quello più adatto ai vampiri, i Cradle Of Filth offrono un bello spettacolo, sanno suonare e lo sanno fare bene, e gli amanti del genere ormai hanno preso posto in pianta stabile sotto il palco a urlare con le corna alzate. Personalmente considero quello che li ha resi famosi l'unica pecca della band, e cioè gli urlacci di Dani Filth, cantante e leader della band che, a mio modesto parere potrebbe risparmiarsi queste imitazioni di una quaglia e fare una gran bella figura.... Al di là di questo però l'esibizione non è affatto male, i 6 si danno da fare e si meritano tutti gli applausi.... Vi sentite un po' vampiri? (Vampiri veri però, quelli che uccidono e succhiano il sangue, non pseudovampiri con le turbe ormonali dell'adolescenza tipo Twilight....) Allora premete play e godetevi i Cradle Of Filth!
Ora è tempo che vampiri e tenebre se ne vadano (anche perchè ormai sono le 4 del pomeriggio), ora è il momento di scuotere anime e corpi di tutto il pubblico del Gods Of Metal! In cattedra salgono i Mr. Big, senza fronzoli e scenografie, semplicemente batteria, chitarra, basso e voce, e questo basta, perchè i quattro hanno classe da vendere, sanno come stare sul palco ed esaltare il pubblico, ma soprattutto rovesciano una vera e propria scarica di adrenalina come fosse pioggia su tutti gli spettatori! Eric Martin è un ottimo frontman, ha 50 anni ma non li dimostra, non sta fermo un secondo, si ispira in maniera evidente alla presenza scenica dei Guns e concede i giusti spazi ai virtuosismi degli altri tre; la batteria di Pat Torpey non manca un colpo, e c'era da aspettarselo da chi prima dei Mr. Big è stato batterista di Knack, Impellitteri e David Lee Roth.... Con David Lee Roth ha suonato anche Billy Sheenan, il più vecchio dei quattro, che però con un basso in mano diventa di colpo un giovincello, con quelle quattro corde fa davvero quello che vuole, suona da sopra, da sotto, prendendo a sberle il basso e combinandone davvero di tutti i colori con le dita che si muovono a una velocità stratosferica.... A coronare il tripudio musicale arriva Paul Gilbert, classe 1966, che anche se è il più giovane di certo non si fa mettere in disparte, anzi, sale sul palco con la sua Ibanez a tracolla e conquista il pubblico in meno di 2 minuti con una tecnica veramente mostruosa, svisate da paura e concedendosi anche il tocco di classe del suonare con i denti.... Ad ogni canzone il pubblico è sempre più carico,e i quattro non deludono, anche quando Eric comincia ad avere qualche problema con la gola, perchè in soccorso arrivano sapientemente Sheenan e Gilbert, che si scatenano in assoli e si affrontano a colpi di virtuosismi tra cui è veramente difficile decretare un vincitore. La folla va letteralmente in delirio, ed è una grande soddisfazione anche per chi come me ama più il rock che il metal, perchè checcè ne dicano quelli che "solo metal!", deve ancora essere inventato qualcosa che smuova l'anima più di una batteria con ritmo blues-rock e un basso cadenzato al tempo giusto.... Altro che volumi tutti al massimo e grancassa a velocità da tachicardia.... Ascoltatevi la migliore prestazione della giornata! Per l'occasione, doppio video!....
L'esibizione dei Mr. Big lascia davvero una bella sensazione addosso, peccato che sia durata leggermente meno del previsto, anche perchè non c'è stata l'occasione di ascoltare una ballata che, vista la presenza sul palco di una chitarra acustica, evidentemente era prevista.... Poco male comunque, lo spettacolo è stato ottimo, e adesso nessuno si muove da sotto il palco, nonostante ci sia da aspettare mezz'ora che i tecnici sistemino tutto, perchè di lì a poco sul palco saliranno cinque scandinavi che onestamente mai mi sarei sognato di riuscire ad ascoltare dal vivo.... Di chi sto parlando? di John Norum, John Levén, Mic Michaeli, Ian Haugland e Rolf Magnus Joakim Larsson, meglio conosciuto come Joey Tempest. Ovviamente loro sono gli Europe!.... Escono da dietro le quinte seguiti dal vero e proprio boato del pubblico, che in questo momento è composto da persone di 3 generazioni diverse come soltanto con dei miti può succedere.... Joey Tempest e soci sono carichi, ma probabilmente subiscono diversi fattori, il primo è la forma non eccezionale di Joey, che evidentemente ha perso quella verve che aveva negli anni '80, e in secondo luogo pagano pesantemente il prezzo di aver scritto una delle più grandi hit degli ultimi 30 anni.... Lo spettacolo è decisamente buono, ma il pubblico ha parecchie lacune sulle canzoni, e di conseguenza sono in pochi a cantare, cosa che non giova affatto.... La band però sa come chiudere bene; Joey Tempest va davanti al microfono, prende un bigliettino e, apparentemente molto commosso legge dicendo "Grazie per avermi sostenuto tutti questi anni".... Forse io sarò sentimentale, ma è stato un momento davvero toccante.... Ma basta sentimentalismi! Si chiude alla grande, per risollevare l'esibizione, ai cinque basta piazzare una in fila all'altra "Cherokee", "Carrie", "Rock the night" e, ovviamente, "The final countdown".... La folla è in delirio vero (perchè in fondo siamo tutti un po' schiavi delle hit), e sul gran finale si alzano una marea di telefonini in chiamata con il display che visualizza "Mamma" o il più delle volte "Papà".... E allora fate venire davanti allo schermo i vostri genitori, questi sono gli Europe!!!
E' stato davvero un gran bel salto negli anni '80, e dagli anni '80 ancora non è tempo di muoversi, perchè se gli Europe hanno forse un po' peccato in quanto a presenza scenica, di certo i prossimi artisti non hanno di questi problemi.... Prendete l'hard rock e l'heavy metal, aggiungete una classe innata di tutti i musicisti, una carriera musicale che arriva dagli anni '70 e infine gli atteggiamenti più tamarri che vi vengono in mente.... Ancora più tamarri.... Un po' di più.... Ecco, perfetto! Adesso sul palco possono salire gli Whitesnake! La band capitanata da David Coverdale viene accolta da una folla già in visibilio, attacca e dà subito il via a un'agitazione sotto il palco degna finalmente di un festival come questo, partono cori e poghi, e, terminato il primo pezzo esplode un enorme applauso. Ma non c'è tempo di pensare, si riparte, carichi più di prima, e così si va avanti per un'ora e mezza, tra assoli, urla e la presenza scenica imponente dell'ex Deep Purple, che non manca di piazzare, da frontman rodato qual è, un paio di ringraziamenti in italiano, cosa che, come succede sempre, fa impazzire gli spettatori.... Lo spettacolo è davvero potente, adrenalinico e nostalgico al punto giusto, quanto basta per essere sparati virtualmente indietro di almeno 25 anni.... Durante l'esibizione gli spazi per gli assoli e le improvvisazioni di Doug Aldrich, Reb Beach ,Michael Devine e Brian Tichy sono molti, forse anche troppi, ed è lampante che il buon Coverdale ha bisogno di più tempo rispetto al passato per riprendere fiato. Tutto però gli viene perdonato quando parte l'intro di "Is this love" e quando dedica a tutto il pubblico "Forever more".... E allora adesso avete ben 4 video tra cui scegliere, che vogliate ascoltare un pezzo potente o una ballata, in ogni caso è stato e sarà un gran bello spettacolo!....
Ormai siamo al gran finale di questo Gods Of Metal, mezz'oretta di pausa, per riposare i piedi che sull'asfalto rovente della fiera di Rho di certo non si sentono benissimo, e poi tutti pronti per due ore di metal senza variazioni di sottogeneri più o meno significativi, semplicemente metal, quello da manuale, schitarrate spaventose, ritmi alti, una delle voci più potenti e acute della storia del genere, vestiti di pelle, borchie e pogo da paura sotto il palco.... Tutto questo porta un solo nome, Judas Priest! Se c'è una band che rispecchia per filo e per segno il metal sono loro; Michael Amott, chitarrista degli Arch Enemy, ne parla così:
Il metal per me sono i Judas Priest, perché non hanno nessun'altra qualità se non il metal. Sono puro metal al 100 %
Quella al Gods è l'unica data italiana di quello che il gruppo ha annunciato essere il loro tour di addio, tour che già dal titolo, "Epitaph", dà l'idea che i cinque abbiano la seria intenzione di non tornare sui propri passi e terminare la carriera dopo quest'ultima botta di vita "On The Road", anche se questi annunci sono sempre da prendere con le pinze e le date previste stanno già aumentando.... Vecchi o non vecchi, in prepensionamento o meno, fatto sta che quando calcano le assi di un palco fanno sfaceli; luci, fumo, fiamme, effetti scenici, è il momento, entrano i musicisti, attaccano e poi arriva lui, Mr. "Metal God" Robert John Arthur "Rob" Halford! L'accoglienza è più calorosa delle fiamme che sbucano di tanto in tanto dal palco, e i Judas sanno che il miglior modo per ringraziare di questa accoglienza è attaccare subito, senza tanti preamboli. Da qui in avanti sono 2 ore di gran metal, potente e irriverente, classico quanto i Black Sabbath, ed è uno spettacolo davvero incredibile! Rob tiene botta nonostante i 60 anni e, anche se un leggero calo di voce c'è, dimostra di avere ancora parecchia roba da insegnare. E' davvero un delirio al primo assolo di chitarra, con il nuovo entrato Richie Faulkner che di certo non fa dimenticare K.K. Downing, ma non lo fa nemmeno rimpiangere, anzi.... il pubblicco ormai non si trattiene più, e a costo di sembrare ripetitivo non posso fare a meno di dire DELIRIO!!!! Ovviamente non possono mancare super classici come "Painkiller", "Livin After Midnight", "You've Got Another Thing Coming" o "Hell Bent For Leather", e allora gustatevi un po' di sano Heavy Metal, di quelli con i controcazzi!
Dopo 2 ore di spettacolo tra adrenalina, effetti scenici vari e applausi scroscianti arriva il gran finale, con Halford che sale sul palco a cavallo della sua fedele Harley Davidson, porta sulle spalle un tricolore e, prima di chiudere con l'ultimo pezzo bacia la bandiera e urla un "I love Italy" che fa letteralmente impazzire tutti.... Un gran bel modo di salutare tutti e concludere una grande giornata, ricca di sorprese belle e brutte, un po' devastante a livello fisico, ma di certo che non si dimenticherà facilmente....
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