Fragile come i grattacieli distrutti dal kaiju
Ispirato all’originale datato 1954 e diretto da Ishiro Honda, Godzilla di Gareth Edwards spazza via in modo convincente il catastrofico Godzilla di Emmerich, ma non riesce a farsi realmente appassionante ed è drammaticamente vicino agli stereotipi dei blockbuster destinati al grande pubblico.
A Tokyo un segnale elettromagnetico causa scosse sismiche e compromette il funzionamento di una centrale, provocandone la distruzione. In quel tragico evento il professore Joe Brody perde la moglie e non riesce a darsi pace. Per i successivi quindici anni Joe cerca di portare a galla la verità, che si nasconde dietro le versioni ufficiali.
I presupposti per assistere a una pellicola di alta levatura stilistica ci sarebbero tutti: alla regia Gareth Edwards (reduce dall’avvincente Monsters), dietro la macchina da scrivere Frank Darabont e alle musiche il divino Alexandre Desplat. Eppure Godzilla è l’ennesimo remake privo di mordente, che mette in fila una serie di personaggi poco caratterizzati e un ritmo altalenante e poco avvincente. Ciò su cui si concentrano regista e sceneggiatore è la figura del primordiale predatore, un lucertolone avvezzo al ristabilimento dell’ordine naturale delle cose e che viene delineato esclusivamente per provocare compassione nello spettatore. Difatti al pari di King Kong (del quale è antagonista e alter ego nipponico) Godzilla diviene esclusivo mattatore del film e unico metro d’interesse dell’intero prodotto.
Difatti la storia, trascinandosi stancamente fino alla conclusione, è realmente poca cosa. Le sorti dell’umanità (coinvolta suo malgrado in tsunami, terremoti e in evacuazioni improvvise che trasformano le città in gigantesche arene da combattimento) interessano poco e divengono contorno inutile di una pellicola, che si limita a condannare le nostre azioni passate (atomica e bombe h), metri di giudizio per sottolineare le cattive scelte prese in situazioni critiche.
Accontentandosi di poco, Godzilla ha l’unico merito di cancellare dalla memoria filmica il pessimo prodotto di Emmerich (clone camuffato di Jurassic Park). Poco altro si salva: qualche scena spettacolare in 3D posticcio e la colonna sonora di Desplat, che prepotentemente entra in campo e spazza via la ridondanza della vicenda e diverse interpretazioni al di sotto della sufficienza.
Uscita al cinema: 15 maggio 2014
Voto: **