Dopo tanta attesa finalmente arriva al cinema uno dei film che più mi incuriosivano di questo 2014 e, come spesso sta succedendo in questo periodo, ne sono uscito un po’ deluso. Ma partiamo con un po’ di storia: questo è il 32esimo film che vede come protagonista il lucertolone di invenzione nipponica e il secondo non prodotto dalla Toho, la casa di produzione giapponese che ha creato Godzilla. Il lucertolone è di fatto la versione giapponese di King Kong che apre nel paese del Sol Levante la tradizione dei kaiju, grossi mostri mutanti o preistorici che recentemente hanno ottenuto nuovo lustro anche grazie a Pacific Rim. Rispetto al precedente film americano del 1998, però, questo Godzilla riprende le fattezze del mostro originale della Toho, mutando però la sua origine. Qui Godzilla non è esposto ad alcuna radiazione che lo muta, ma esiste da secoli ed è sempre stato così.
Dopo questa breve e coincisa collocazione storica, però, passiamo alla trama. Nel 1999 durante un crollo minerario vengono ritrovate delle gigantesche ossa appartenenti a un Godzilla, insieme a una crisalide apparentemente morta, mentre una seconda crisalide pare essersi staccata e fuggita. Nello stesso anno un misterioso terremoto devasta la città di Janjira, nella quale si trova una centrale atomica che finisce in pezzi. Nella distruzione muore la moglie dell’ingegnere Joe Brody (Bryan Cranston) e madre di Ford (interpretato nella sua versione adulta da Aaron Taylor-Jhonson). Il padre si impunta per cercare di capire cosa sia successo e si rifiuta di credere sia stata colpa di un terremoto. Effettivamente a provocare il sisma era stato il MUTO (Massive Unidentified Terrestrial Organism) che si era staccato dalla crisalide. 15 anni dopo mentre Joe e Ford stanno per scoprire la verità, il MUTO si risveglia e insieme a esso un altro esemplare femmina in America. Idue si nutrono di radiazioni e le bombe sono inutili, inoltre producono un segnale EMP in grado di disattivare ogni oggetto elettrico. Nel frattempo si risveglia anche Godzilla (che nel film Ken Watanabe chiama Gojira, suscitando l’ilarità di tutto il cinema…ma il nome giapponese del mostro è proprio Gojira, mentre Godzilla è la versione americanizzata del nome) predatore naturale dei MUTO.
La trama è molto classica e non gli si può neanche dare troppo addosso, perché alla fine è una classica storia alla Godzilla. Quello che veramente da fastidio sono i colossali buchi lasciati in questa trama. Qualche esempio? Bene. Godzilla viene presentato come il “predatore naturale” dei MUTO…ma di solito il predatore caccia per uno scopo (cibo, protezione del territorio, ecc…) mentre Godzilla vuole ammazzare i MUTO solo perché gli stanno sulle balle. Una storia di cattivo vicinato finito male insomma. I MUTO, inoltre, sono in grado di rilasciare un impulso EMP molto potente…ma essendo mostri preistorici (nonostante somiglino a dei Megazord) cosa diavolo ci facevano con un EMP? Il protagonista del film, infine, è uno dei più grandi porta sfiga del millenio: da piccolo è in Giappone e il kaiju gli ammazza la mamma, torna in Giappone e si risveglia il MUTO, si sposta alle Hawaii e il mostro attacca le hawaii, la sua famiglia vive a Los Angeles e tutti i mostri si danno appuntamento in città…tutti quelli che gli stanno attorno schiattano…ma fatti due domande, no?
Il film dimostra un livello di non sense veramente invidiabile, riproponendo poi dei cliché e degli stereotipi veramente scontati (il militare sposato con l’infermiera, l’ammiraglio dell’esercito che pensa solo a bombardare, lo scienziato che nessuno ascolta). Un peccato che perché il regista, Gareth Evans, ci aveva sorpreso nel 2010 con un film dello stesso genere, Monsters, che fu veramente una rivelazione. La regia, però, effettivamente continua a essere molto valida e la scelta di ridonare a Godzilla il suo aspetto classico è veramente apprezzabile, il problema vero della pellicola è la sceneggiatura un po’ disastrata, unita a personaggi piuttosto piatti che anche volendo non è che possono fare una ceppa per sconfiggere sti bestioni. Questo nuovo Godzilla, in definitiva, non è del tutto da buttare e ha sicuramente delle parti molto valide, ma nel complesso ne esce piuttosto malconcio, rivelandosi una delusione sotto molti punti di vista.