Origine: USA, Giappone
Anno: 2014
Durata: 123'
La trama (con parole mie): Joe Brody, insieme alla moglie Sandra, sono al lavoro in un impianto in Giappone quando qualcosa provoca un incidente che costa la vita alla donna, lasciando l'uomo solo con il dubbio che la scusa di un terremoto sia soltanto una copertura.
Quindici anni dopo lo stesso Joe coinvolge il figlio ormai adulto Ford - e non è uno scherzo - nella ricerca che conduce alla verità a proposito di creature millenarie celate dagli abissi del nostro pianeta tornate alla luce per distruggere il mondo intero in cerca di cibo e mosse dall'istinto di procreazione. Quando ogni speranza pare pronta ad abbandonare l'Uomo, però, dalle profondità marine giunge un'altra temibile ed incontrollabile creatura che potrebbe fungere da arbitro alla contesa: Godzilla.
E' davvero un peccato che mostri giganti e robottoni abbiano finito per perdere il fascino indiscutibile e sopra le righe che avevano ai tempi dei gloriosi eighties, quando i cartoni animati del pomeriggio erano in grado di trasformare anche la più noiosa delle giornate in un appuntamento imperdibile con il divertimento: dopo la delusione che fu Pacific Rim, onestamente speravo che il buon, vecchio Godzilla potesse in qualche modo risollevare le sorti del genere anche grazie alla presenza di Gareth Edwards, che riuscì a sorprendere non troppo tempo fa con il buon Monsters, dietro la macchina da presa.
Ed ho continuato a sperare anche dopo aver letto le prime - certo non entusiastiche - recensioni.
Forse perchè il cervello, quando la Realtà comincia a pesare troppo, finisce per gettarsi a capofitto nella ricerca di qualcosa che lo intratterrà e farà godere come se non ci fosse bisogno alcuno della sua parte logica e razionale, e che chiami in causa, al contrario, quella più antica, detta rettile - che, tra le altre cose, in questo caso ci starebbe da dio -, lasciando che sia solo il piacere primordiale a prendere il sopravvento.
Peccato che, nonostante gli effettoni strabilianti - così come fu per il già citato Pacific Rim, sono almeno due o tre le sequenze da occhi sgranati -, il cast di prim'ordine - da Aaron Taylor Johnson a Ken Watanabe, passando per Elizabeth Olsen e soprattutto Bryan Cranston -, l'approccio decisamente inusuale per quello che, di fatto, è un monster movie catastrofico - Godzilla protagonista assoluto, con un ruolo da "eroe" più in vista di quello del vero e proprio main charachter, ribattezzato curiosamente Ford, opposto ad una coppia di suoi simili colpevoli, di fatto, semplicemente di voler portare avanti la loro specie -, il giocattolone in questione finisca per non soddisfare tanto chi si aspettava qualcosa di scanzonato e fracassone quanto chi da Edwards pensava di ottenere quello che era già stato ribattezzato il Batman begins del genere.
Non che Godzilla sia brutto da vedere, o uno di quei titoli in grado di scatenare il peggio in quanto a bottigliate, eppure qualcosa non è riuscito a funzionare come avrebbe dovuto - allo stesso modo del mancato supercult così tremendamente simile firmato da Guillermo Del Toro lo scorso anno - e la visione passa da un'ottima prima parte decisamente ben costruita alla più classica delle escalation a stelle e strisce della seconda, priva però del divertimento sopra le righe che prodotti come The Avengers o Expendables 2 portavano in dono garantendo all'audience un completo, inesorabile, spassosissimo coinvolgimento.
La cosa più interessante della visione resta l'interpretazione molto "umana" dei mostri coinvolti, dalla coppia di "distruttori" - in cerca, molto istintivamente e semplicemente, di un luogo in cui procreare e stabilire il loro territorio - a quella dello stesso Godzilla, visto dai personaggi di Cranston e Watanabe come una sorta di divinità in pieno stile manga dalle capacità distruttive immense eppure in grado di scegliere quello che, apparentemente, dovrebbe essere il male minore per il pianeta che in qualche modo finisce per proteggere.
Le espressioni del vecchio Godzy e la sua furia in battaglia regalano uno spessore insperato ad una pellicola purtroppo con troppo poco carattere per rimanere davvero impressa nella memoria, del Saloon e degli spettatori in genere, ma il risultato non cambia.
E alla fine, con la polvere finalmente depositata e quella camminata fiera del mostro gigante di ritorno al suo habitat naturale, si ha l'impressione che, per quanto grande e grosso appaia, il lavoro di Edwards non lo sia, di fatto, fino in fondo.
E neppure in superficie.
MrFord
"Those evil natured robots - they're programmed to
destroy us - She's gotta be strong to fight them -
so she's taking lots of vitamins - cause she knows that
it'd be tragic if those evil robots win - I know
she can beat them -."
The Flaming Lips - "Yoshimi battles the pink robots Part. 1" -