Qualsiasi essere umano con un minimo di dignità sarebbe sparito dalla circolazione e ritirandosi a vita privata a godersi il frutto delle mazzette, se non altro per la vergogna, invece lei no lei rivaluta suo padre e tutta la banda ed ha la pretesa di fare la morale a noi ed alla politica.
Non bastasse il giardinetto dedicato alla memoria del padre, il monumento che qualche sindaco mentecatto gli ha dedicato e qualche giunta disposta a dedicare una Via al latitante più famoso al mondo, dimenticato solo dagli italiani, in occasione del 20° anniversario di mani pulita la figlia di Craxi e qualche picciotto rimasto sulla scena danno il via al revisionismo sulla memoria del cinghiale.
Mani pulite non è stato il fallimento della giustizia italiana è stato il fallimento degli italiani che sono usciti da una stagione indecente eticamente e moralmente affidando il Paese al piduista Berlusconi, il maggiore protagonista della corruzione della vita pubblica che ha superato persino la mafia e la camorra riuscendo addirittura andare al governo per quasi 18 anni portando gli interessi privati e la corruzione a sistema di governo, basti pensare alla leggi ad personam, alla depenalizzazione dei reati, ai tagli della prescrizione per proteggere se stesso ed i suoi complici.
Colui che ha dato una mazzetta da 50 miliardi di lire al latitante ha preso pure le redini del governo, grazie alla maggioranza degli italiani, portando in parlamento i suoi avvocati e la parte più corrotta e compromessa della politica italiana moltiplicando il debito pubblico e le ruberie che hanno arricchito persino un partito fallimentare cole la lega.
Berlusconi, insieme al compare Dell’Utri, si è permesso di tenere l’elogio del mafioso, l’eroe Mangano che non ha parlato da bravo picciotto in carriera.
Stefania Craxi da vent’anni fa parte della cricca di governo o sottogoverno, più o meno invisibile nell’ultimo esecutivo di Berlusconi era sottosegretario pagata da noi, una cosa inammissibile in qualsiasi paese al mondo escluso il paese degli smemorati, il nostro, l’Italia.
Riprendo Dall’Unità:
“Vent’anni fa una falsa rivoluzione ha distrutto i cinque partiti storici che avevano fatto dell’Italia la quinta potenza economica mondiale, ma non ha certo debellato – anzi, se possibile, ha aggravato – la piaga della corruzione”.
Così Stefania Craxi, sottosegretario agli Esteri nel governo Berlusconi (non se n’è accorto nessuno, ma c’era, e la pagavamo), per presentare la manifestazione che si terrà oggi a Milano. Il titolo è un programma elettorale: “I guasti prodotti in Italia da Mani Pulite”.
Non voglio che le colpe dei padri ricadano sui figli ma mi ero illuso che un minimo di dignità, di decoro etico-morale, li facessero ritirare a vita privata, sparire dalla politica italiana.
Così non è stato e la colpa è nostra, non di tutti ma della maggioranza degli italiani che hanno sostituito la banda Craxi con la cosca della P2, Berlusconi ed i suoi seguaci.
Le prime due righe della Craxi sono veritiere solo che rivoltano la questione in un revisionismo inaccettabile da stoppare immediatamente, alla prima Repubblica corrotta è succeduta la seconda che in realtà era l’artefice della corruzione con l’aggiunta dei fascisti e della lega di Bossi.
E’ questo che ha prodotti i guasti d’Italia, non mani pulite ed a parte la mistificazione ed il revisionismo della figlia di Craxi, la colpa maggiora è da imputare alla maggioranza degli italiani che per motivi di interesse, per malaffare o rincoglioniti dalla televisione hanno dato in pasto il paese agli artefici della sua rovina, al cancro che dagli anni settanta ha invaso e corrotto cittadini ed istituzioni.
A seguire tutti gli altri e se proprio vuole fare qualcosa in memoria di cotanto statista latitante faccia la proposta non di dedicare vie o piazze a Bettino Craxi ma di reintrodurre i vespasiani nei giardinetti di quartiere, con tanto di foto del padre nella parte in ceramica, sono convinto oltre ad essere di pubblica utilità molti di noi sarebbero lieti di rendergli omaggio, anche più volte al giorno.
Non lasciamo passare il revisionismo, orrendo, della figlia di Craxi e dei nostalgici del cinghiale, lo schieramento dei giornali di regime addetti alla bisogna è imponente ed i politici squallidi a servizio della menzogna sono migliaia.
Un caso per tutti di vergognoso revisionismo è quello di Gabriele Cagliari, uno dei pochi socialisti con dignità che si sono suicidati per la vergogna.
Cito solo la Gazzetta di Mantova, figuratevi il Giornale, Libero, il Giorno e tutti gli altri:
di Luca RigodanzeRICORDO SOCIALISTA A diciassette anni dalla morte di Cagliari Gabriele Cagliari a 17 anni dalla sua morte. L’amico socialista fu arrestato nel marzo 1993 a 67 anni e si è suicidato il 20 luglio dello stesso anno. Rimase in carcere per 4 mesi, pur in assenza dei requisiti richiesti dalla legge (pericolo di fuga, inquinamento delle prove…). Ricordiamo tutti o meglio chi «vuole» ricordare, in quegli anni turbolenti, il carcere era diventato uno strumento di tortura. Gabriele Cagliari di Guastalla era socialista e ricopriva l’incarico di presidente dell’Eni dal 1989. Fu questa una delle tante tragedie dell’epoca di Tangentopoli. Le terribili conseguenze dell’azione del Pool Mani pulite sono ricadute quasi solo sul nostro Partito Socialista, vi furono vittime e situazioni che ancora feriscono gli animi di tutti noi! Ricordiamo, con l’occasione, anche l’amico Sergio Moroni di Brescia… (stessa morte per suicidio). Vi fu la sofferenza e la vergogna del carcere preventivo, per molti imputati la colpevolezza non venne mai riconosciuta! Non aggiungo altro perché l’amarezza è tanta, mi limito ad un particolare pensiero alla famiglia di Gabriele Cagliari e, citando Sergio Moroni, anche ai suoi cari.
Nessuno di questi amici nostalgici di ladri e corrotti ricorda che la moglie di Cagliari riportò in Italia 9 miliardi di lire frutto delle mazzette , della corruzione e quindi Cagliari non fu una vittima ma semplicemente un ladro.
Aggiungo che lui, come Sergio Moroni, ebbe il coraggio del suicidio per la vergogna ed è una cosa ammirevole, un sussulto di dignità che lava l’onta commessa verso i cittadini italiani e quindi merita il rispetto di tutti, anche il mio.
Detto questo, escludendo Pertini, e molti altri veri socialisti che si rivoltano nella tomba, ne deduco che i socialisti rimasti alla Stefania Craxi non hanno e non l’hanno mai avuta un minimo di dignità.
Invece di organizzare convegni contro mani pulite, battezzare giardinetti, piazze e vie in memoria del padre dovrebbe seguire l’esempio di Cagliari e Moroni ed impiccarsi in Piazzale Loreto per ripulirsi la coscienza.
Prima però si tolga il pelo dallo stomaco, si lavi la bocca e stia in silenzio per qualche giorno.
Giusto il tempo che mi passi la nausea.
Chiudo con qualche riga dall’Unità:
Un paese con le fondamenta sane e solide, che è pulito dentro e fuori, non può che essere soddisfatto quando i disonesti vengono presi e puniti, perché è prima di tutto nell’interesse di tutti gli altri, gli onesti, che funzionano le leggi e i tribunali. Invece, una volta di più leggendo il proclama di Stefania Craxi, si scopre che un’inchiesta giudiziaria avrebbe dovuto dare vita “a un serio sistema di finanziamento dei partiti”. O impedire “il degrado delle istituzioni”. O fermare la “disgregazione sociale”. E anche porre rimedio “alla bancarotta complessiva della giustizia italiana”. Sarebbe come parcheggiare in divieto, andando dal dentista, e poi dare la colpa al dentista se ti rimuovono la macchina o ti fanno una multa.
Nel senso di latitante.
Sia chiaro che la Stefania Craxi ha meno colpe, non del padre in se, nessuno può ereditare le colpe dei padri, ma della maggioranza di italiani che in questi vent’anni ci hanno imposto questi banditi, la P2, i fascisti e la lega di Bossi.