Si è da poco conclusa la celebre serata dei Golden Globe, kermesse patinata in cui i “Globes” – le elegantissime sfere dorate racchiuse in una pellicola cinematografica – rappresentano oramai da tantissimo tempo il maggiore riconoscimento artistico per le stelle del Cinema e per coloro che vivono e dilettano il pubblico sul Grande Schermo. Considerati una vera e propria Anticamera degli Accademy Awards ( i premi Oscar ) , i Globes vengono ricevuti durante un banchetto dove “ divi e produttori si scambiano baci e abbracci e lo champagne scorre a fiumi! ”
..Famigerato negli annali rimane infatti l’episodio del ’58 in cui Frank “The Voice” Sinatra , Dean Martin e Sammy Davis Jr salirono allegramente sul palco fumando sigarette con i loro bicchieri di whisky . Sulla loro importanza e serietà tuttavia non si scherza ; i Globes sono infatti considerati un barometro fortemente attendibile per prevedere come si concluderanno i successivi Oscar che ne risultano dunque assai influenzati : è’ qui che infatti i Golden Globe “bruciano” anticipando la consegna delle successive “statuette d’oro” .
Ed anche quest’anno non è mancato il super spettacolo , che , tra le burle di un George Clooney che deride carinamente zoppicando con un bastone il vecchio amico Brad Pitt in compagnia della bella Angelina Jolie , e le lacrime di commozione di una più che mai affascinante Maryl Streep per cui gli anni sembrano non passare mai , è stato condotto dal comico Ricky Gervais regalando sempre le classiche emozioni e riscaldando a 10’000 gradi il successivo ed attesissimo piatto forte degli Oscar.
A vincere il premio come “miglior attore drammatico” di questa 69esima edizione è stato “The Descendants – Paradiso Amaro ” , con l’icona più che mai amata di George Clooney, vero protagonista della serata , e che rilancia un formidabile Alexander Payne che basa la sua pellicola sul romanzo di Kaui Hart Hemmings “ Eredi di un mondo sbagliato”. Per passare poi ad un grandissimo maestro come Christopher Plummer , co- interprete accanto ad un oramai artisticamente maturo Ewan McGregor nella pellicola “Beginners”, dove il grande canadese veste i panni di Hal , l’anziano e commovente padre ammalato i cancro che quasi giunto al suo calvario rivela con grande desiderio di riscatto e di libertà la propria omosessualità al giovane figlio. Mentre invece il premio come “miglior regista” va all’intramontabile Martin Scorsese , segno che il Cinema apprezza ancora volentieri la tradizione dei giganti , accanto ad un inspiegabilmente assente Woody Allen che trionfa invece con il premio come migliore sceneggiatura con “Midnight in Paris” . Nessun finto stupore riguardo la scelta , considerando che il film di Woody ha suscitato clamore quanto plauso anche in virtù di una storia che ha sicuramente diviso come conquistato . Il premio come miglior attrice protagonista in un film drammatico è stato assegnato alla sempre ineccepibile Meryl Streep (a quota 8 golden globes in carriera), per la sua interpretazione di Margaret Thatcher nel film The Iron Lady (non ancora proiettato in Italia). Abituati e mai sazi della resa interpretativa e della potenza scenica di Meryl Streep, pochi dubbi si erano insediati riguardo alla sua vittoria. Colpisce piacevolmente, e sembra quasi volutamente in antitesi, la scelta di premiare come migliore attrice protagonista in una commedia la brava Michelle Williams nella sua performance in My week with Marilyn, in cui l’attrice americana, in costante crescita nella scelta di ruoli drammatici e impegnati, decide di vestire i panni della Monroe in una commedia presentata al festival di Roma e in attesa di uscire nelle sale nostrane. Octavia Spencer si aggiudica la statuetta dei globes come attrice non protagonista nel film “The Help”, pellicola drammatica e al femminile, in cui si intrecciano storie di donne, in un perfetto tandem di cultura black ( rimembra vagamente il “Colore Viola” Spielbergiano) e incontri con il mondo bianco. Il film, sempre in attesa di uscire in Italia, è quotato nei sondaggi in previsione degli Accademy Awards di febbraio. Il meritatissimo riconoscimento per la migliore colonna sonora originale è stato conquistato da Ludovic Bource che ha composto la soundtrack per “The Artist”, film rivelazione dell’anno, dove protagonista è stato, anche sul red carpet Huggie, il Jack Russell Terrier di 9 anni, The Artist quindi, film rivelazione, insieme a Shame di S.McQueen ndr, lungometraggio muto e in bianco e nero, ambientazione anni 30, emozioni fuori dall’empasse temporale Bource ci riporta alla riscoperta delle musiche dell’epoca in uno stile più pulito, senza graffi (anche se mancano assai), di grammofoni da sala da ballo, tuttavia mantenendo quello spirito accesso e l’intensità e l’autenticità proprie delle prime pellicole del ventennio nel secolo scorso. Merita cenno il premio come miglior film straniero assegnato alla pellicola iraniana “Separazione”, quasi a lanciare un messaggio di estrema pace e aprire varchi che solo la cultura è in grado di percorrere. Infine, il golden globe alla carriera è stato consegnato ad un emozionato Morgan Freeman, il quale ha concluso la serata lasciando agli addetti ai lavori e platea al seguito una splendida chiusa:
“Se lo fai con amore, non devi lavorare un solo giorno della tua vita”
Anche questo è il cinema, bellezza.
Giuseppe Ruggero Sabella & Vittoria Favaron