La fusione tra Ei Towers e Rai Way non serve a creare «un'operatore industriale piu forte» ma semplicemente «a sopravvivere per qualche altro anno ancora» perché, tra cinque, sei, sette anni, «le torri broadcasting sono semplicemente destinate a non esistere piu, avranno valore zero». Cara Goldenberg, a suo tempo azionista con Permian della Dmt di Alessandro Falciai che si fuse con Elettronica Industriale per creare proprio Ei Towers ha le idee molto chiare («conosco molto bene questo mercato») su quanto sta avvenendo negli ultimi due mesi in Italia e della battaglia cominciata il 24 febbraio con l'opas lanciata dalla societa' controllata da Mediaset per accaparrarsi la totalita' delle azioni di Rai Way. «una bella storia raccontata al mercato», la definisce.
Due, secondo la nota investitrice usa, i motivi all'origine dell'arrivo dell'offerta del valore di oltre 1,2 mld. Internet, la fibra, e gli investimenti delle telco , «sono l'unico futuro possibile per le reti televisive perche' il digitale terrestre e' gia' morto». Di conseguenza, «Rai e Mediaset, insieme - spiega all'Adnkronos - diventano una lobby piu forte per rimandare nel tempo la morte delle torri di broadcasting». Con le sinergie e ricavi maggiori che l'integrazione potrebbe portare, indipendente da chi avra' la quota di maggioranza, «sara' poi piu facile dismettere le stesse torri quando la loro inutilita' sara' evidente». L'obiettivo di Mediaset, in particolare, secondo l'analisi di Cara Goldenberg, «potrebbe essere quello di vendere, non appena il prezzo di Ei Towers crescera' riflettendo il valore della fusione».
Il titolo della societa', tra l'altro, il giorno precedente la comunicazione dell'offerta valeva 45,83 euro e oggi ne vale 48,61. Questa, sostiene, e' una situazione «molto strategica per Mediaset e molto triste per Ei Towers. ugualmente e' lo scenario migliore anche per la Rai: insieme -dice- vincono e sopravvivono ancora un pò». Sulle valutazioni positive degli analisti, «mi sembra - dice la fondatrice di Infraitalia - che il mercato e gli investitori siano un pò confusi». «Non ci sono - spiega - imprese delle torri pubbliche in Europa. Le persone sono attratte dalla lunghezza visibile del contratto e dal flusso di cassa, ma non riescono a riconoscere che un bene senza valore finale non può essere valutato con i multipli di una societa' delle torri americana». L'unico motivo «per cui i ricavi pubblicitari televisivi hanno finora tenuto in Italia e' che - aggiunge anche - siamo un Paese ancora molto indietro con la banda larga e agli ultimi posti in Europa per velocita' di download e al 96esimo globalmente».
Nel futuro che l'investitrice immagina per la tv, infatti, solo la fibra e' protagonista, insieme a Telecom Italia. Anche perché le torri di telecomunicazioni, a differenza di quelle di broadcasting, «hanno un futuro lunghissimo e sono piu compatibili con le torri broadcasting, a differenza di queste ultime che non lo sono per questioni di copertura e locazione: le torri telco devono essere vicine agli utenti cellulare». Sono molte le lodi che, ad ogni modo, la Goldenberg riserva all'amministratore delegato, Guido Barbieri: «Come ceo di Ei Towers si affermato come uno dei piu affidabili manager in Italia. Con la fusione Dmt-Ei ha rapidamente conquistato la fiducia di alcuni degli investitori istituzionali piu esigenti a livello mondiale in un arco di tre mesi. Si deve essere orgogliosi di lui: ha un futuro molto luminoso davanti a sé».