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Goldmann Sachs finanzia la prostituzione di minori

Creato il 19 aprile 2012 da Eurasia @eurasiarivista

:::: Redazione :::: 19 aprile, 2012 :::: Email This Post   Print This Post Goldmann Sachs finanzia la prostituzione di minori

L’informazione non proviene da un sito alternativo, bensì dal “New York Times” di questo sabato e con la firma d’un rinomato giornalista, Nicholas D. Kristof.

Scrive quest’ultimo: “La più grande piattaforma per il traffico sessuale di giovani ragazze minorenni statunitensi pare essere un sito Internet chiamato Backpage.com”, un sito che gestisce gli annunci di prostitute [escort]. Ma, scrive ancora Kristof, il sito ha importante parte in causa nella prostituzione minorile. Il giornalista riferisce di numerosi interventi giudiziari e parlamentari e parla segnatamente di un’indagine giudiziaria in corso a New York, che vede protagonista una giovane di quindici anni “drogata, legata, violentata e venduta attraverso Backpage”.

Questo autentico negozio di ragazze è proprietà della società Villane Voice Media e, così come avviene per numerose società statunitensi, è difficile risalire ai proprietari.

Ed è proprio su questo punto che si è concentrata l’indagine di Kristof, il quale alla fine ha scoperto questo: “Abbiamo risolto il mistero. Pare che tra i veri proprietari ci siano società finanziarie, tra cui compare la Goldman Sachs con una quota del 16%”.

Kristof racconta ancora che, non appena la banca ha appreso che egli stava indagando sulla faccenda, si è affrettata a vendere le proprie azioni. Venerdì scorso dopo pranzo la banca ha chiamato Kristof per comunicargli che avrebbe firmato la cessazione della partecipazione alla direzione del sito.

Andrea Raphael, portavoce della Goldman Sachs, parla come un delinquente di seconda classe: “Noi non abbiamo influenzato in alcun modo la conduzione di questa compagnia”. Quindi, in sostanza, “ci siamo arrestati qui, noi non siamo altro che dei miserabili finanziatori, senza potere di decisione”.

Ma Kristof precisa che Scott L. Lebovitz, uno dei direttori manager della Goldman, è stato per quattro anni seduto al tavolo del consiglio di amministrazione della Village Voice Media, sino al 2010. Un pentimento? Non proprio. A quell’epoca, la situazione era insostenibile… poiché, a seguito di inchieste giudiziarie, il Congresso [americano, ndt] aveva avviato le prime indagini su questa società. Scott L. Lebovitz se ne è andato, ma i soldi sono invece rimasti.

[…].

Conclude Kristof: “Così, da oltre sei anni, Goldman detiene una partecipazione azionaria importante in una società nota per i suoi legami con il traffico sessuale, ed è stata seduta accanto ai dirigenti dell’impresa per quattro anni. Non c’è niente che ci possa far dire che Goldman abbia sfruttato la propria partecipazione al capitale azionario per spingere la Village Voice ad abbandonare l’attività legata agli annunci di escort o per verificare l’età delle giovani ragazze”.

 
 
Fonte: les actualités du droit-20minutes


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