Non è riuscito ad imporsi nella stagione in corso e probabilmente dovrà aspettare il 2013 per riavere chance concrete. Ma anche nel suo terzo anno da professionista Matteo Manassero non ha esitato a sciorinare perle mostrando il suo immenso talento, seppur a sprazzi. Ecco, proprio la costanza di rendimento è l’elemento ancora assente nel repertorio del 19enne di Negrar, al momento n. 85 del ranking mondiale; acquisita questa dote, forse l’astro nascente del golf italiano comincerà a brillare per davvero.
Un calo – leggero, sia chiaro – forse era preventivabile dopo due stagioni quasi da record per un teenager; l’attuale 33esimo posto nella Race To Dubai non può certo soddisfare Manassero, che l’anno scorso aveva chiuso due posti più su. Segno di una crescita che non c’è stata.
E pensare che il 2012 si era aperto sotto i migliori auspici, con l’importante 6° posto ad Abu Dhabi, torneo in cui gareggiavano i migliori golfisti del pianeta. Sembrerebbe il preludio ad un’altra stagione all’insegna di prestazioni di alto livello, ma così non sarà. Bisognerà aspettare marzo per rivedere Matteo protagonista. Come per Francesco Molinari, anche per il veronese uno dei migliori risultati stagionali arriva in Spagna, all’Open de Andalucia: un gran 2° posto conquistato con una rimonta nelle ultime due giornate, dopo il 73 del secondo round. Senza questo passaggio a vuoto, Manassero avrebbe potuto anche vincere il torneo, alla luce del fantastico 64 del primo giro. Il buon momento continua anche la settimana seguente, al Trophée Hassan II, dove si piazza al 6° posto. Piazzamento che, però, gli vale la definitiva estromissione dal primo major della stagione, il Masters di Augusta, trofeo che Matteo non ha mai nascosto di voler vincere in futuro, forse più degli altri. La prima grande delusione per lui si profila all’Open di Sicilia, ad aprile. A Sciacca è uno dei papabili per la vittoria finale e l’obiettivo dichiarato è aggiudicarsi il terzo trofeo in carriera. E invece, arriva una clamorosa eliminazione al taglio, dopo due giri in 72.
Il riscatto, però, è immediato, a dimostrazione di un grande carattere che gli consente di tenere i nervi saldi. Il palcoscenico gli è ben noto ed è quello del Malaysian Open, che ha visto trionfare nel 2011 proprio il ragazzo della provincia di Verona. La difesa del titolo non gli riesce, ma il settimo posto ottenuto lo ripaga della brutta figura rimediata in terra sicula. Riesce a dare anche continuità alla prestazione sui green asiatici, strappando di nuovo una settima posizione, questa volta all’Open di Spagna. Si qualifica per lo US Open, registrando un’ottimo 46esimo posto, ma questa sarà, purtroppo, una delle ultime performance degne di nota per Matteo. E’ un’estate sottotono per lui, nella quale non riesce ad esprimere le sue grandi potenzialità; spicca solo un 17esimo posto in Francia, ma nulla più.
A metà settembre, la riscossa. E il talento di Negrar sceglie il torneo adatto per tornare ad alti livelli, l’Open d’Italia. Al Royal Park I Roveri sforna la prestazione dell’anno, deliziando il pubblico torinese con colpi di alta classe durante tutte e quattro le giornate, conquistando un 3° posto entusiasmante. Per i prossimi anni, la sensazione è che rivedremo un giocatore italiano trionfare nella massima manifestazione golfistica nazionale.
Sebbene sia stato un anno con qualche delusione di troppo, Matteo si conferma uno dei talenti più promettenti del golf italiano e mondiale. Ha già sbalordito tutti nei precedenti due anni, diventando il più giovane a conquistare un torneo dell’European Tour. La strada per lui è tracciata, adesso spetta a lui seguirne il percorso, che potrebbe inesorabilmente portarlo nell’élite del golf mondiale.
OA | Daniele Pansardi