NEL 2010 NEL BEL MEZZO DEL GOLFO DEL MESSICO, accadde un incidente ad una piattaforma per l’estrazione del greggio della British Petroleum. A seguito di questo incidente furono riversate in mare tonnellate di greggio, generando un’estesa macchia oscura sulla superficie marina ben visibile dagli aerei, che andò poi a riversarsi sulle coste degli Stati Uniti, compromettendo pesantemente le forme di vita che su di esse vivono, uomini compresi. Sin dall’inizio cominciarono i dubbi sull’entità e sulla gestione dell’incidente. Fotomontaggi anomali, cabine di monitoraggio improbabili e poca o nulla trasparenza suscitarono le perplessità degli osservatori più accorti, che ancora si domandano come possa una piattaforma moderna perdere greggio in tale quantità nell’Annus Domini 2010, senza che ci siano contromisure pronte e risolutive di questo tipo di problemi. La frittata però era fatta e si corse ai ripari nel modo peggiore. Invece di utilizzare disperdenti atossici di origine naturale (già allora disponibili), furono preferiti disperdenti chimici tossici per l’uomo e le forme di vita del Golfo, come il famigerato COREXIT. Si formò così un MIX di sostanze chimiche e greggio assai pericoloso, le cui conseguenze possiamo oggi osservare con maggior accuratezza, che portarono ad innescare meccanismi distruttivi che hanno proseguito la loro azione fino ad oggi e che non la interromperanno sino, probabilmente, al collasso definitivo di quell’ecosistema ed alla possibile desertificazione totale del Golfo del Messico.
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Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org