“A Ouagadougou ci sono manifestazioni ovunque, più forti, però, nei quartieri popolari: un flusso di persone si dirige verso la piazza della Rivoluzione, ma vengono respinte con la forza dai militari”. È la testimonianza raccolta a Ouagadougou, attraverso fonti che manteniamo anonime per garantirne l’incolumità, in ore in cui in Burkina Faso domina ancora l’incertezza.
“Il numero dei morti è certamente salito - continua la fonte - e dall’ospedale centrale è arrivata una richiesta urgente di sangue per trasfusioni, ma non si hanno informazioni più precise sulle vittime”. Proteste contro i golpisti sono in corso anche in tutte le principali città del paese dove, in assenza del Reggimento di sicurezza presidenziale (Rsp) che ha deposto le autorità di transizione, il resto dell’esercito non si oppone ai dimostranti. Già nella serata dell' altro ieri, fuori dalla capitale, il coprifuoco imposto dal Rsp era stato violato.
È stata invece ufficialmente revocata un’altra delle misure volute dai putschisti, la chiusura delle frontiere. La riapertura era prevista per mezzogiorno di oggi ma sulla sua effettiva messa in pratica circolano informazioni contrastanti. È comunque riuscito ad atterrare l’aereo che trasportava i due mediatori internazionali incaricati di trovare una soluzione alla crisi: il presidente senegalese Macky Sall e quello del Benin Thomas Yayi Boni. I due capi di stato stanno hanno incontrato il capo dei golpisti, generale Gilbert Diendéré, ma non sono trapelate informazioni sul colloquio.
Ai due mediatori si è rivolto anche il gruppo della società civile Le Balai Citoyen, protagonista delle manifestazioni dello scorso anno che portarono alla fuga del presidente Blaise Compaoré (di cui Diendéré era considerato un fedelissimo). Il movimento ha definito “non negoziabili” diversi punti, chiedendo il ritorno delle autorità di transizione, lo scioglimento del Rsp, la conferma delle elezioni dell’11 ottobre e dell’esclusione da queste dei fedelissimi di Compaoré, come previsto da una legge in vigore. (Fonte MISNA)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)