“La nostra generazione non ha conosciuto la pace. Questa situazione deve cambiare. Cantiamo la pace, poiché è la nostra unica speranza. (…) Soltanto tutti insieme, uniti, potremmo ottenere il ritorno della pace, di una realtà vivente e dinamica, fonte di speranza e di sviluppo. Ciascuno deve dare il proprio contributo (…) e l’interesse per il bene comune deve diventare la nostra azione prioritaria”: sono stralci dell’ “Appello internazionale per la pace” letto in francese e in swahili da due giovani al termine del festival Amani (pace in swahili), tenuto lo scorso fine settimana a Goma, capoluogo del Nord Kivu.
La ricca provincia mineraria dell’est del Congo – confinante con Rwanda e Uganda – è teatro di un conflitto ventennale alimentato da innumerevoli gruppi armati e con il coinvolgimento dei paesi vicini.
Per tre giorni la popolazione martoriata di Goma ha partecipato in un insolito clima di festa a concerti, balli e spettacoli che hanno coinvolto artisti congolesi, burundesi, ruandesi ed internazionali.
“Siamo tutti desiderosi di promuovere la pace e la riconciliazione oltre le frontiere anche per dare un’altra immagine della nostra regione” hanno spiegato gli organizzatori del festival, costato 250.000 dollari oltre al lavoro di 700 volontari.
Il ricavato della manifestazione servirà a costruire nuovi edifici della casa della cultura di Goma, sede di numerosi eventi anche sportivi.
Ed è decisamente “cosa buona”.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Inviato il 18 febbraio a 15:08
Buona ...rilettura per chi avesse già letto prima !