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Gomorra e Saviano. Un brutto business – di Iannozzi Giuseppe

Creato il 27 novembre 2011 da Iannozzigiuseppe @iannozzi

Gomorra e Saviano
Un brutto business

di Iannozzi Giuseppe

Gomorra e Saviano. Un brutto business – di Iannozzi Giuseppe
Aspetto di leggere il prossimo lavoro di Saviano, se mai ci sarà. Ma non ci sarà, o sarà un “Gomorra II”, come per Lara Cardella che denunciò la condizione femminile in Sicilia per finire dimenticata. Il libro di Roberto Saviano è solo stato molto fortunato, perché Saviano non dice nulla di nuovo, ma prende a piene mani da altri (autori), purtroppo non pubblicati da Mondadori e quindi invisibili. E’ un bestseller per il solo fatto che vende ora, oggi, non per la qualità delle affermazioni che già si conoscevano.
Non vedrò il film di Matteo Garrone tratto da “Gomorra”. Sono essenzialmente d’accordo con Pino Daniele («Voglio ricordare qui l’energia positiva della mia città, e mi preoccupa che vadano in concorso a Cannes due film come “Il divo” su Andreotti e “Gomorra” dal libro di Roberto Saviano: non vorrei che l’Italia, e Napoli, venissero guardate attraverso quella sola visuale. “Gomorra” ha avuto una fortissima eco. E’ un libro bellissimo: ma tante cose brutte, un napoletano le rifiuta. Da quando sono nato – e sono 53 anni – sento l’omertà, e il silenzio. Sono 53 anni che è così, e allora? Anche in Sicilia sono solo e tutti mafiosi? Andiamo anche a vedere i segreti di New York e Parigi. Ma loro, mica ce li mostrano…».) che un film così porta (nel mondo) una immagine univoca e sbagliata di Napoli. Saviano parla della sua Napoli, ce la descrive come se fosse di proprietà dei camorristi e basta. Io che sangue campano ce l’ho sono pure incazzato con Saviano, che ha offerto di Napoli una immagine distorta. La camorra va combattuta, ci vuole informazione e tanta, ma non in maniera così spettacolarizzata e vuota: perché di fatto Saviano non ha denunciato nulla che già non si sapesse. Come se io scrivessi un libro su Torino, riprendendo da altri autori locali che parlano della massoneria, e facessi passare Torino per una città di soli massoni. Un libro così avrebbe successo, sull’onda dell’emozione di oggi, ma se pubblicato da Mondadori o da altro editore grande.

“Gomorra” è tuttalpiù una lettura, piacevole, ma non altro. Troppo rumore per una piuma. Ma il gran baccano ha la qualità in sé che una volta cessato non riemerge più.

Dicevo che il libro di Saviano, a voler essere generosi, è una lettura piacevole ma niente di più. Come è stato detto – e da tanti altri con me e prima di me – “Gomorra” ripete quanto già si sapeva e che era stato denunciato da altri scrittori e saggisti, però non così fortunati da finire nelle mani di Mondadori. Il successo di Saviano è di avere attinto a piene mani dal materiale che già c’era, facendo abile commistione con la sua propria esperienza personale di Napoli: ha poi raccolto tutto il materiale in un libro-romanzo-saggio, e qualcuno in ultimo ha rivisto il costrutto narrativo, ed è stato così pubblicato da Mondadori, ovvero dall’editore berlusconiano per eccellenza. La formula è semplice: parli di camorra, ripetendo quello che già si sa, gli dai – o gli fai dare da chi se ne intende veramente di scrittura – una forma estetica piacevole, e il gioco è fatto. O meglio: al resto ci pensa il nome Mondadori, perché un libro pubblicato da Mondadori non passa mai inosservato, anche se è una cavolata pazzesca. A ben guardare il merito delle vendite è di Mondadori e basta. Saviano ha nessun merito, o comunque un merito ridicolo, limitatamente alla parte puramente narrativa.

Mondadori ha investito per quello che ragionevolmente ha subito intuito essere un libro-prodotto di facile smercio. Gli poteva dire male, ma non è stato così: se Mondadori investe su di un autore è perché ha visto prima di tutto il potenziale prodotto di facile smercio. In “Gomorra” non c’è nulla che non si sapesse già. Saviano ha raccolto, in maniera intelligente da altri autori – questo glielo concedo -, ma anche in maniera furbesca, come un gattino egoista per natura. Ha fatto molta scena per le strade di Napoli, fino a che la camorra s’è scassata la minchia – e vorrei ben vedere! – e l’ha dunque minacciato di morte. Per forza di cose si è stati costretti a concedere la scorta a Saviano: e “Gomorra” è decollato alla grande. Quale migliore pubblicità per uno scrittore se non quella di essere minacciato di morte, dalla camorra per giunta?

La Napoli ritratta da Saviano è di sola camorra, la qual cosa farebbe inalberare più d’un santo in terra: è un’immagine distorta, solipsista, e quindi dannosa a Napoli, ma anche alla lotta alla camorra.
Con Saviano, che è cambiato?
Niente
.
No, qualcosa è cambiato: abbiamo un altro uomo sotto scorta; ma questa scorta non è gratis, non c’è niente di gratis nella realtà: e la realtà è che sono gli italiani a pagare la scorta di Saviano, mentre lui si fa in quattro tra passerelle e viaggi.
Saviano è un personaggio costruito e messo su dai mass media: e tutto chiacchiere e nessuna verità, nessuna reale denuncia.
Comunque il baccano che oggi c’è intorno a Roberto Saviano si stempererà, come è ovvio aspettarsi. E prevedo che un secondo libro non ci sarà; e se sì, sarà un flop in partenza. Posso sbagliarmi, ma non credo.

In quanto uomo libero, di libere opinioni, non ho nulla da temere: esprimo la mia opinione, per quanto ammetto che ad alcuni fanatici (a favore della mitizzazione) le mie osservazioni possano sembrare ingiuste e imbarazzanti. E’ comunque vero che la mia libera libertà di opinione mi si potrebbe torcere contro: censure varie ad opera di. E ci siamo capiti. Ma non è un problema questo, non per me. Non vedo ragioni sufficienti per cui dovrei vedere il film di Matteo Garrone: non sono animato nemmeno da una seppur minima e perniciosa curiosità.

Rendo invece, pienamente, onore a Paolo Borsellino, a Giovanni Falcone, a tutti quegli uomini che hanno combattuto sul serio i mali dell’Italia, pagando con la vita, perché volevano (fare) il bene dell’Italia in maniera concreta e non con le chiacchiere. Saviano è per me – e non solo – un ragazzo, furbo. E non mi sembra che dirlo furbo possa costituire motivo di imbarazzo per chi leggerà queste mie riflessioni, tranne nel caso si abbia la coscienza sporca, forse senza saperlo.

Un conto è un romanzo che ha il solo scopo di essere un romanzo, “Gomorra” invece ha dichiaratamente in sé l’ambizione, ma solo l’ambizione di essere un libro-denuncia.

Il libro ha avuto il suo lancio, per certi versi molto grezzo: Saviano che grida in mezzo alle strade di Napoli che lui sfida la camorra… volete forse che la camorra non se lo leghi al dito un simile affronto? Roberto Saviano si è fatto una pubblicità della madonna con il suo comportamento da ragazzo testa calda. E in maniera trasversale, minacciandolo di morte, la camorra l’ha aiutato nel publiccizzare “Gomorra”. Non era ovviamente nelle intenzione dei camorristi far della pubblicità a Saviano: un effetto indesiderato a tutto vantaggio di Saviano, un effetto che non avevano previsto. Non dico che Saviano abbia programmato la furberia, ma dico che i mass media hanno fatto moltissimo – anche in maniera involontaria – per far di un ragazzo un gigante. Fossi io nei panni della camorra, a Saviano lo lascerei proprio perdere, me ne dimenticherei, non fosse altro per non fargli ulteriore pubblicità su cui poi giornalisti e giornali possano marciare senza spendere una lira. Già! Lo lascerei perdere per fargli capire quanto è piccolo in realtà. Purtroppo per Saviano non accadrà che a questo punto la camorra gli lasci vivere in santa pace la sua vita di ragazzo testa calda. Però io mi auguro che lo lascino in pace, un po’ tutti, per il suo bene, per la sua dignità, per la sua libertà; e mi auguro anche e soprattutto che si ridimensioni il personaggio Saviano conducendolo per mano alla realtà.

Riconosco comunque che oggi come oggi Saviano è (un) intoccabile, non se ne può parlare in maniera critica: criticare Saviano, o “Gomorra”, ti fa passare automaticamente dalla parte del cattivo. Solita vecchia storia: ci sono degli scrittori e dei nomi che non si possono toccare se non per tirare fuori la lingua a mo’ di tappetino rosso incensandoli e battendosi in pectore.

Però è uscito l’audiolibro di “Gomorra”. Sarebbe il caso di gridare a pieni polmoni: “Accattativillo!!!” Il libro di Saviano difatti è così tanto importante che in Mondadori hanno pensato bene di non farlo uscire in economica; hanno invece pensato a un audiolibro per il modico prezzo di 23 €, mentre Napoli muore sommersa dall’immondizia. Sette audio cd: minchia signor tenente!

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